domenica 24 luglio 2011

Come classificare a tempo perso gli stati d'un frammento d'universo

In questo weekend più primaverile che estivo, quantomeno per l'ager capuanus, ancor più facile del solito m'è stato distrarmi dai programmati doveri, grazie al rinculo attorpidente successivo alle fatiche letterarie ed attoriali dei giorni scorsi. Così, libero gioco sopra l'intelletto ha avuto l'otium ludens, sotto le specie – per questa volta – della tassonomia, cui ho una tendenza quasi maniacale (effetto, essa tendenza, se non causa, del «progressivo spostamento dalla sfera dell'euristica verso la sfera della sistematica» del quale si diceva qui); ond'eccomi sospinto a un nuovo inutile, ahimè, quanto stimolante esercizio.

D'una persona a me istintivamente e ragionevolmente simpatica per giovinezza, grazia e gentilezza, ho raccolto 111 fotografie; indi le ho suddivise e riordinate in base ai criteri che via via le pose stesse mi suggerivano (5 la ritraevano in costume al mare, le altre 106 in più coprente abbigliamento; in 61 di queste ultime sorrideva; nel sorridere scopriva la dentatura in 43 occasioni, in 9 delle quali presentava le arcate disserrate; ecc.), fino a comporre il dendrogramma seguente:

Cliccare per ingrandire.

E intanto, chi attende da me il monologo per una scena di cortometraggio, chi attende una recensione alla sua silloge poetica, chi attende una testimonianza sulla conclusione di Cammina cammina, chi attende di sapere come andrà a finir l'articolone qui annunciato, chi attende il contributo a un'enciclopedia... Ahimè, ahimè!...

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