giovedì 23 gennaio 2014

Cenni di economia dello spirito

«Salve, ho notato che svolge molteplici attività. Le chiedo, siccome anche io ho ambizioni di intraprendere un percorso di interdisciplinarietà: quante cose fa e come ha fatto a portarle avanti tutte? sia in termini di tempo sia in termini di energia spesa». Avevo riportato qui la mia lunga risposta al gentile giovane amico di facebook; la penna mi aveva preso la mano e mi era parso quindi un peccato che così faticata lettera restasse privata; ond'eccola resa pubblica, a beneficio di eventuali altre anime interessate. Ma, ripensandoci, meglio levarla via. Ne lascio solo il frammento che segue:
Mi scuso infine per l’autocelebratività trasudante dalla mia risposta, ma la tua domanda era una vera trappola per narcisi.

sabato 4 gennaio 2014

Sonetto per l'ennesimo decennale amicale

28 gennaio 2011: alla Festa dell'Amicarium la cerimonia
di proclamazione della classifica dell'Amicarium 2010
si conclude con l'abbraccio al primo classificato.
Di recente si sono successi ben tre decimi anniversari inerenti alti accademici di nulla accademia dell'Accademia Palasciania, esseri umani o simulacri stoffacei di coccodrilli che fossero: il 13 settembre il decimo anniversario della mia conoscenza dei due Vicepresidenti onorari, il 12 dicembre il decimo anniversario dell'adozione del coccodrillo Arturo nostra mascotte, e il 3 gennaio il decimo anniversario della mia conoscenza del Segretario onorario; relativo a quest'ultima occasione, per la quale si è iersera tenuto nel Palascianeum un festino riservato a noantri più pochi Soci Ornamentali scelti, è l'umile sonetto goliardico che segue. ^_^

Dieci anni fa ero giovin, ricco e bello;
tutte le strade innanzi avevo aperte;
oggi son vecchio, brutto ed ho scoperte
tante cambiàl quante cosce un bordello.

Dieci anni fa mi funzionàa il cervello;
le mie teorie l’erano piuccheccerte;
indi alla psiche mia furono inferte
tali ferite, ch’ora è un gran macello.

Tutto ciò per averti conosciuto,
Domenichino mio, quel tre gennaio
sul quale ho bestemmiato tante volte.

Ma infine non mi pento, e mai pentuto
sarò; che appresso a te, tra guaio e guaio,
vissi gioie indicibili, alte e molte.