Il 24 settembre 2016, centinaia di città in tutto il mondo saranno unite da una grande festa: la sesta edizione di One Hundred Thousand Poets for Change. Per l’occasione l’Accademia Palasciania, a inaugurazione del suo diciannovesimo anno accademico, terrà in collaborazione con l’associazione Il Mandala l’evento Il paese dal sole-fata ovvero, anagrammando, La festa della poesia. Nella cui prima parte declamerò una selezione della mia produzione poetica 1976-2016 e presenterò il programma di Maieuticon. Festival-laboratorio palascianiano n. 9 di scienza, filosofia, poesia, arti varie, gioco e umana armonia.
martedì 20 settembre 2016
La sesta edizione di «One Hundred Thousand Poets for Change»
domenica 11 settembre 2016
XVI sonetto genetliaco per Sante
Sonetti genetliaci a te mandati
n’ho tanti, pur tre all’anno, pur se un duo
non s’è d’amanti (né di lue m’illúo
fra altri aedi, filosofi o scienziati).
Ma ormai piú di tre mesi son passati
dall’ennesimo compleanno tuo;
e nulla ho scritto. Né a pastello fluo,
né ad atramento. O giorni disperati!
D’altro canto tu scendi e non mi chiami,
e per vendetta di cotanto oltraggio
già da un bel po’ gavría dovuto smettere.
Smett’oggi, temo. Non perch’io, ohimè, t’ami
con men fraternità ch’a inizio viaggio,
ma per il proto: el ga finío le lettere.
n’ho tanti, pur tre all’anno, pur se un duo
non s’è d’amanti (né di lue m’illúo
fra altri aedi, filosofi o scienziati).
Ma ormai piú di tre mesi son passati
dall’ennesimo compleanno tuo;
e nulla ho scritto. Né a pastello fluo,
né ad atramento. O giorni disperati!
D’altro canto tu scendi e non mi chiami,
e per vendetta di cotanto oltraggio
già da un bel po’ gavría dovuto smettere.
Smett’oggi, temo. Non perch’io, ohimè, t’ami
con men fraternità ch’a inizio viaggio,
ma per il proto: el ga finío le lettere.
Elenco di tutti i sonetti genetliaci per Sante
I. «Tutte le stelle danzan sul tuo capo» (2003)
II. «Mio adorato, un altr'anno s'è posato» (2004)
III. «Non ho il tempo di scrivere un sonetto» (2005)
IV. «L'estate incombe, e incombe la delizia» (2006)
V. «Trent'anni. “Sono un vecchio barbagianni”» (2007)
VI. «Rinnovellatamente tanti auguri» (2008)
VII. «Avanza la vecchiaia come un treno» (2009)
VIII; IX; X. «Ogni nove di giugno nove dee» (2010)
XI. «Il tempo scorre, a men che sia nel giusto» (2011)
XII. «In ritardo bestial d'un mese e mezzo» (2012)
XIII «Come abbicata al limo sta la rana» (2013)
XIV. «Ontéa infinito il tutto, il cronotopo» (2014)
XV. «Tutti infuriati son gli amici miei» (2015)
XVI. «Sonetti genetliaci a te mandati» (2016)
giovedì 8 settembre 2016
L'argomento definitivo in favore della grafia «sé stesso»
Recentemente, in Facebook, mi è stato domandato perché scrivere «sé stesso» e non «se stesso». Ecco la mia risposta:
Perché ll Sé è sacro, in quanto cuore dell'essere e unica certezza, ergo è sacrilego avere dubbi sul Sé; e «se» esprime dubbio; ergo togliere l'accento a «sé» e renderlo uguale a un «se» è atto blasfemo, orripilante, intollerabile. Ciò relativamente almeno alla mia sensibilità di poeta filosofo; poi i banausici e gli acusmatici facciano come vogliono, sapendo tuttavia che castrando quella «e» incorreranno nella più rigida e frigida riprovazione mia e dell'Accademia Palasciania tutta.(Quanto all'altre Accademie, ovemai il lor parere interessàssevi, cliccare qui per quello della Crusca.)
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