giovedì 10 novembre 2016

Due miei anagrammi citati da Peres su «Linus»

*_* Non sapevo! Sull'ultimo numero di «Linus» sono stato citato due volte, come anagrammista, in un articolo di Ennio Peres, La fabbrica degli anagrammi, dedicato alla pagina Facebook 101 Anagrammi Zen. Commozione. Questi i due miei anagrammi da lui scelti:
● L’imperatore Napoleone Bonaparte = parte per Elba, poi torna e lo menano.
● La trentunesima edizione dei giochi olimpici. = O sport, che innalzi gli uomini a mitici dèi e dee!

lunedì 10 ottobre 2016

Sonetto last minute per il compleanno di Mariateresa Lanza

L’Ariosto gli Este, i Lanza il Palasciano
ebbe per mecenati. Ahi! tempo avessi
nonché vigor, che l’età onusta ha flessi,
un terzo Orlando la mia grata mano

scriverebbe, a gloriare il seme sano
onde fioristi tu e parenti annessi,
ovemai un tal poema v’interessi;
ma, se titano fui, son fatto or nano:

ti dovrai contentare d’un sonetto.
Pur, non sarà con meno arte composto,
né soprattutto con minore affetto;

ché, qual sia d’uno la compienda impresa,
primo necesse il cor, concorde Ariosto.
Qui è! Tanti auguri a te, Mariateresa!

Massimiliano Lodi, Ludovico Ariosto legge l’«Orlando
furioso» alla presenza della corte estense
, ca. 1860.

martedì 20 settembre 2016

La sesta edizione di «One Hundred Thousand Poets for Change»

Il 24 settembre 2016, centinaia di città in tutto il mondo saranno unite da una grande festa: la sesta edizione di One Hundred Thousand Poets for Change. Per l’occasione l’Accademia Palasciania, a inaugurazione del suo diciannovesimo anno accademico, terrà in collaborazione con l’associazione Il Mandala l’evento Il paese dal sole-fata ovvero, anagrammando, La festa della poesia. Nella cui prima parte declamerò una selezione della mia produzione poetica 1976-2016 e presenterò il programma di Maieuticon. Festival-laboratorio palascianiano n. 9 di scienza, filosofia, poesia, arti varie, gioco e umana armonia.

domenica 11 settembre 2016

XVI sonetto genetliaco per Sante

Sonetti genetliaci a te mandati
n’ho tanti, pur tre all’anno, pur se un duo
non s’è d’amanti (né di lue m’illúo
fra altri aedi, filosofi o scienziati).

Ma ormai piú di tre mesi son passati
dall’ennesimo compleanno tuo;
e nulla ho scritto. Né a pastello fluo,
né ad atramento. O giorni disperati!

D’altro canto tu scendi e non mi chiami,
e per vendetta di cotanto oltraggio
già da un bel po’ gavría dovuto smettere.

Smett’oggi, temo. Non perch’io, ohimè, t’ami
con men fraternità ch’a inizio viaggio,
ma per il proto: el ga finío le lettere.


Elenco di tutti i sonetti genetliaci per Sante
I. «Tutte le stelle danzan sul tuo capo» (2003)
II. «Mio adorato, un altr'anno s'è posato» (2004)
III. «Non ho il tempo di scrivere un sonetto» (2005)
IV. «L'estate incombe, e incombe la delizia» (2006)
V. «Trent'anni. “Sono un vecchio barbagianni”» (2007)
VI. «Rinnovellatamente tanti auguri» (2008)
VII. «Avanza la vecchiaia come un treno» (2009)
VIII; IX; X. «Ogni nove di giugno nove dee» (2010)
XI. «Il tempo scorre, a men che sia nel giusto» (2011)
XII. «In ritardo bestial d'un mese e mezzo» (2012)
XIII «Come abbicata al limo sta la rana» (2013)
XIV. «Ontéa infinito il tutto, il cronotopo» (2014)
XV. «Tutti infuriati son gli amici miei» (2015)
XVI. «Sonetti genetliaci a te mandati» (2016)

giovedì 8 settembre 2016

L'argomento definitivo in favore della grafia «sé stesso»

Recentemente, in Facebook, mi è stato domandato perché scrivere «sé stesso» e non «se stesso». Ecco la mia risposta:
Perché ll Sé è sacro, in quanto cuore dell'essere e unica certezza, ergo è sacrilego avere dubbi sul Sé; e «se» esprime dubbio; ergo togliere l'accento a «sé» e renderlo uguale a un «se» è atto blasfemo, orripilante, intollerabile. Ciò relativamente almeno alla mia sensibilità di poeta filosofo; poi i banausici e gli acusmatici facciano come vogliono, sapendo tuttavia che castrando quella «e» incorreranno nella più rigida e frigida riprovazione mia e dell'Accademia Palasciania tutta.
(Quanto all'altre Accademie, ovemai il lor parere interessàssevi, cliccare qui per quello della Crusca.)

lunedì 11 luglio 2016

«Terre di lavoro» e le altre antologie collettanee contenenti miei testi

Un mio racconto del 2010, Mentre l'Eurasia esplode (alla cui trama si accennava qui), è stato or ora pubblicato nell'antologia colettanea Terre di lavoro, primo titolo della collana Amenofonema della casa editrice Artetetra.


Colgo l'occasione per stilare l'elenco di tutte le antologie collettanee edite in volume cartaceo che contengano miei testi. Sono otto:

Una piazza per la poesia. Antologia 2007, a cura dell'Associazione culturale del Plebiscito, Il Portico, Napoli 2008, contiene la poesia Due mirabili terzine l'una anagramma dell'altra.

Mundus. Poesie per un'etica del rifiuto, a cura di Ariele D'Ambrosio e Mimmo Grasso, Valtrend, Napoli 2008, contiene la poesia Visita a una discarica illegale di ceneri tossiche nella campagna tra Napoli e Caserta.

Napoli per le strade, a cura di Massimiliano Palmese, Azimut, Roma 2009, contiene un frammento del mio diario intitolato Starobinski alle undici.

Se mi lasci non male. Penne d'amor perdute, a cura di Gianni Puca, Kairós, Napoli 2010, contiene il racconto Sù e giù per un vulcano addormentato.

Enciclopedia degli scrittori inesistenti 2.0, a cura di Giancarlo Marino e Aldo Putignano, Homo Scrivens, Napoli 2012, contiene le schede Cristiana Carità e Pio Meo Di Cesare.

Petra narrat. Racconti maravigliosi delle pietre di Capua, a cura di Jolanda Capriglione e Antimo Cesaro, Artetetra, Capua 2015, contiene il racconto Per una via d'incontri straordinari.

Atti della Giornata di studi in onore di Ferdinando Palasciano nel bicentenario della nascita, a cura dell'Associazione Ferdinando Palasciano, Capua 2015, contiene il saggio Ferdinando Palasciano nella letteratura.

Terre di lavoro. Racconti dal presente, a cura di Marilena Lucente, Artetetra, Capua 2016, contiene il racconto Mentre l'Eurasia esplode.

venerdì 24 giugno 2016

«ò», «ài», «à», «ànno»

:) Sapevate che «ho», «hai», «ha», «hanno» possono anche scriversi «ò», «ài», «à», «ànno»?

Ancor oggi, difatti, «La settimana enigmistica» adopra tali forme ne' suoi enimmi, all'occorrenza.

E io stesso frequentemente le adopro, in ispecie ond'evitare cacografie quali «ch'ho» e «ch'hanno»: meglio «ch'ò» e «ch'ànno»... per quanto l'acca dovrebbe, di norma, cadere, innanzi a vocali diverse da «e» ed «i»; ma il fonoocchio del lettore medio, temo, leggerebbe «c'ò» come «ci ho», ecc.

E poi, di bel conforto m'è qualch'esempio quale, in Petrarca, «se non se alquanti ch'ànno in odio il sole».

;) Avete qualcosina da obiettare? bene: prima leggete Il meraviglioso discorso del panstilista puro*, poi ne parliamo, magari. Non vorrei sprecaste fiato a ridir cose ch'altri m'abbiano già spappardellate ad abundantiam.

* Se tanto non bastasse, e si desiderasse saperne un po' di più sulla concezione palascianiana della lingua, vedasi anche il resoconto della lezione De vulcani eloquentia.

giovedì 9 giugno 2016

In scena a Capua «Il mito di Leucòtea» e «Mentre l'Eurasia esplode»

Due magnifici eventi, a Capua, in questi giorni, includeranno la messa in scena di mie opere letterarie.

Sabato 11 giugno, alle ore 18.40 nella chiesa di San Salvatore a Corte (via Principi Longobardi 19) e in replica alle 20.20 al Museo Campano (via Roma 68), attori del laboratorio Il Pendolo, per la regia di Antonio Iavazzo, reciteranno Il mito di Leucòtea, che su consiglio di Daniele Ventre ho scritto in endecasillabi e decasillabi: endecasillabi per i monologhi di Era (interpretata da Federica Tornincasa) e di Ino (Fabiana Vinciguerra), decasillabi per il Coro (Raffaele Iavazzo). Ciò nell'àmbito dei Matralia (vedi qui il programma completo della manifestazione). Il mito di Leucòtea tratta infatti della dea che i romani chiamarono Mater Matuta (vedi qui, in proposito, il resoconto della lezione-spettacolo Ave Medea), e che fu venerata anche nell'antica Capua (cfr. Alessia Ventriglia, Il santuario del fondo Patturelli, in aa.vv., Curti tra storia e archeologia, 2010, scaricabile da qui).

Sabato 18 giugno, alle ore 21.00, a Palazzo Lanza (Capua, corso Gran Priorato di Malta 25) si terrà il reading dei racconti in gara per il concorso Terre di Lavoro, tra i quali il palascianiano Mentre l'Eurasia esplode e qualche testo pur di amici miei e dell'Accademia Palasciania: Roberto Cocchis, Vanna Corvese, Raffaele Cutillo. Ciò nell'àmbito di Capua il Luogo della Lingua Festival (vedi qui), a cura di Giuseppe Bellone. Mentre L'Eurasia esplode racconta della tragica fine di «sei personaggi in cerca d'autòlisi» a séguito dell'acquisto di un vibratore, sullo sfondo dei pròdromi della III guerra mondiale, in uno stile che vìola a bella posta tutte le regole di decenza imposte dal concorso Blusubianco organizzato nel 2010 dalla Scuola Holden.

Il 18 giugno inoltre si terrà, sempre in Capua, l'annuale corteo della Croce Rossa Italiana dedicato al mio pro-pro-prozio Ferdinando, con partenza alle ore 19.00 da piazza dei Giudici e conclusione presso il luogo natale del dottore, in via San Michele a Corte, dove fra l'altro terrò un breve discorso commemorativo.

Marco Palasciano durante un reading a Palazzo Lanza.

lunedì 6 giugno 2016

Capua 2016: il mio fresco commento alle elezioni

Non avevo mai seguito le elezioni da vicino. Dai comizi allo spoglio, con la sua notte bianca, tanta gente a impazzire appresso ai seggi, è stato tutto molto divertente! Il succo di quest'esperienza? Credevo che la politica fosse qualcosa di troppo complesso, invece è praticamente un gioco da bambini, almeno a paragone delle attività cui sono abituato, tipo organizzare un festival di filosofia in dodici puntate. Che altro dire? La cosa che mi ha dato più felicità è stato trovare nuovi amici di gran qualità morale e simpaticissimi, o consolidare vecchie amicizie di tal fatta. Le battaglie comuni servono principalmente a questo, e che si vinca o perda è irrilevante. Anche se si sa dal principio che sono battaglie con un'alta probabilità di esito negativo. Basta che siano significative. Così ho orientato ogni scelta della mia vita, e non me ne sono mai pentito, che esista o meno il karma. Quanto ai miei voti poi non so ancora quanti siano stati, probabilmente meno di dieci, ma ciascuno di essi vale per me più di mille, perché è stato sicuramente un voto più pulito di tanti altri. :D


domenica 29 maggio 2016

La scritta «judex» in tre documenti notarili medievali

Ieri, in occasione del macroevento dedicato al Placito capuano, ho partecipato a una visita guidata del Tci al Museo Diocesano di Capua. Ivi si son potuti visionare alcuni documenti notarili medievali. O arzigogolate e mirabìllime sigle finali! Ma poiché purtroppissimo era vietato far fotografie, qualcosina mi son copiato a mano. La scritta «judex» in tre differenti versioni. Del 1094, del 1104, del 1126.


giovedì 19 maggio 2016

Nuovo necrologio anagrammatico

Ti diciamo addio, o Marco Pannella. 
Eri per tutti noi un → 
 paladino dei diritti umani
La tua morte non copre ciò.

martedì 3 maggio 2016

Trionfo della cultura e della fantasia: Palazzo Fazio tolto dalla lista dei beni alienabili del Comune di Capua

«Palazzo Fazio è stato tolto dalla lista dei beni alienabili!», scrive con gioia in Facebook il collettivo Komar. «Grazie a tutti coloro che hanno partecipato attivamente alla vertenza anche contribuendo con contenuti e partecipazione a Gli spazi della cultura e della fantasia» (vedi qui), «e grazie ai consiglieri di Capua Bene Comune che hanno fatto il proprio dovere in sede istituzionale. Il patrimonio culturale e artistico non si svende!».

I suaccennati consiglieri, i due estensori della richiesta salvapalazzo che il Comune ha mirabilmente accolta, sono Antonio Gucchierato e Pasquale Frattasi, quest'ultimo attualmente candidato alla carica di prossimo sindaco di Capua. E mi corre l'obbligo di riferire che in una delle liste che sostengono Frattasi, la succitata Capua Bene Comune, fra i candidati alla carica di consigliere comunale ci sono pure io. Del che saranno letissimi tutti i palascianisti del mondo, e quella parte di cittadinanza capuana che se risonasse il cantus circæus rimarrebbe umana.

sabato 30 aprile 2016

Tre foto a documento dell'incontro letterario «“L'increato” e i suoi satelliti»

Tre foto da «L'increato» e i suoi satelliti: l'universo narrativo di Antonio Moresco da «Clandestinità» a «L'addio», dialogo fra Antonio Moresco e Marco Palasciano, con una introduzione di Osvaldo Frasari. L'evento, a cura dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Teano e della Biblioteca “Luigi Tansillo” in collaborazione con l'Associazione “Un'opportuità per Teano”, si è tenuto nella sala conferenze del Museo Archeologico di Teanum Sidicinum il 28 aprile 2016, davanti a circa un centinaio di spettatori.

Moresco e Palasciano qualche minuto prima dell'evento. Foto di Lidio Bax.

L'evento in corso. Foto di Carolina Pragliola.

Moresco, Palasciano, Frasari. Foto di Lidio Bax.

Elenco delle mie interviste ad Antonio Moresco (cliccare sui pallini per i relativi annunci):
Capua, 9 ottobre 2009: su Canti del Caos.
Casandrino, 10 marzo 2012: su Gli esordi.
Caserta, 11 marzo 2012: idem.
Piedimonte Matese, 12 settembre 2014: sul cammino ecc.
Teano, 28 aprile 2016: su Gli increati ecc.

martedì 26 aprile 2016

Teano, 28 aprile: Palasciano dialoga con Moresco sulla trilogia dell'«Increato» ecc.

Moresco e Palasciano, Capua, 2009.
Per la quinta volta nella vita avrò l'onore di intervistare Antonio Moresco. Accadrà giovedì 28 aprile 2016, alle ore 19.00, presso la sala conferenze del Museo Archeologico di Teanum Sidicinum (Teano, piazza Umberto I), con una introduzione di Osvaldo Frasari, il tutto a cura dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Teano e della Biblioteca Comunale “Luigi Tansillo” in collaborazione con l'Associazione culturale “Un'opportunità per Teano”. Ingresso libero.

Titolo dell'evento: «L'increato» e i suoi satelliti: l'universo narrativo di Antonio Moresco da «Clandestinità» a «L'addio».

lunedì 25 aprile 2016

Le quattro performance di Marco Palasciano a «Gli spazi della cultura e della fantasia»

Durante il macroevento in tre giornate Gli spazi della cultura e della fantasia, tenutosi in Capua da  venerdì 22 a domenica 24 aprile 2016, si sono tenuti quattordici eventi, quattro dei quali – ciascuno in un diverso spazio – mi hanno visto protagonista o co-protagonista:

● Chiesa di San Salvatore a Corte, 22 aprile: Visioni, a cura del comitato Stop Biocidio Caserta. Vedi qui.

● Palazzo della Gran Guardia, 22 aprile: Omero & co., a cura dell'Accademia Palasciania. Daniele Ventre ha trattato delle sue traduzioni da Omero, Esiodo e Virgilio; io ho declamato passi dall'Iliade e dall'Odissea.

● Palazzo Fazio, 23 aprile: Gran festa per Amleto e Don Chisciotte, a cura dell'Accademia Palasciania. Vedi qui.

● Palazzo Lanza, 24 aprile: Lectura Dantis comprimibile, a cura dell'Accademia Palasciania. Ho declamato il canto XXVI dell'Inferno. (La lectura era comprimibile nel senso che, dovendo servire da mero riempitivo fra il concertino di theremin e l'estemporanea da Massimo Circo, era pronta a ridursi di durata a seconda del ritardo sulla tabella di marcia.)

sabato 23 aprile 2016

Capua, 23 aprile: «Gran festa per Amleto e Don Chisciotte»

Sabato 23 aprile 2016, alle ore 20.15, si terrà a Palazzo Fazio (Capua, via Seminario 10) Gran festa per Amleto e Don Chisciotte, lezione-spettacolo di Marco Palasciano in occasione del quadricentenario di Shakespeare e Cervantes, completata da un laboratorio di giochi teatrali cui potranno partecipare quanti lo desidereranno.

Nell’intervallo tra prima e seconda parte si cenerà sul posto, con un buffet comunitario dove ognuno, se può, porta qualcosa.

Ingresso libero.

L'evento fa parte del macroevento Gli spazi della cultura e della fantasia (vedi qui).

domenica 17 aprile 2016

Capua, 22-23-24 aprile: «Gli spazi della cultura e della fantasia»

GLI SPAZI DELLA CULTURA
E DELLA FANTASIA

Tre giornate, quattro luoghi, quattordici eventi
per chiedere che Palazzo Fazio non sia venduto.

Capua, 22-23-24 aprile 2016

Chiesa di S. Salvatore a Corte (via Principi Longobardi 19)
Palazzo della Gran Guardia (piazza dei Giudici 6)
Palazzo Fazio (via Seminario 10)
Palazzo Lanza (corso Gran Priorato di Malta 25)

Ingresso libero


Da Omero al Placito capuano, a Dante, a Shakespeare e Cervantes… dalla musica classica al jazz, dalle arti visuali alle arti sceniche, dai giochi psicologici ai giochi dei bambini… Tutto insieme, per tutti, per dire stop alla decadenza – ambientale o spirituale che sia – dei nostri meravigliosi territori, e invocare un domani migliore. La mesta prospettiva della vendita di Palazzo Fazio, per far fronte ai debiti del Comune, a privati – e quindi della perdita di uno spazio vitale per le attività sociali, artistiche e culturali di Capua e dintorni – diventa l’occasione ideale affinché tante diverse associazioni e singole personalità si riuniscano in un comune impegno, realizzando – tanto per cominciare – queste tre giornate di eventi da tenersi in quattro sedi eccellenti, tra cui lo stesso Palazzo Fazio, allo scopo di richiamare l’attenzione della cittadinanza e delle istituzioni sulla questione degli spazi della cultura e della fantasia. Spazi non da ridurre, ma semmai da moltiplicare. Perciò chiediamo, unendo le nostre mille voci multicolori, che Palazzo Fazio sia tolto dalla lista dei beni comunali in vendita.

Adesioni in ordine alfabetico. – Hanno contribuito con i loro spazi ed eventi: Accademia Palasciania, Capuanova, Collettivo Komar, Ex Libris, Extra Mœnia, Laboratorio di idee Agere, Open, Opera Nomadi Caserta, Parrocchie Capua Centro, Pro Loco Capua, Stop Biocidio Caserta, Touring Club Terra di Lavoro. – Altre adesioni: Amici del Fiume, Architempo, Arci Spaccio Culturale, Arte Nova Onlus, Asd Aliante, Assessorato alla Cultura del Comune di Succivo, Associazione Capuana dei Portatori Handicap, Associazione Giardinetti del Duomo, Auser Caserta, Block Notes, Casa delle Arti, Cittadinanzattiva, Comitato Parco Eucalyptus, Git Banca Etica, Homicidial Familia, Legambiente Succivo, Loggiato al Limone, Piazze del Sapere, Pro Loco Capodimonte, Rain Lgbt*, Wikivallopedia.


VENERDÍ 22 APRILE

Chiesa di S. Salvatore a Corte
● Ore 17.00: inaugurazione.
● Ore 17.30: Alla ricerca del tempo perduto. Prove di cambiamenti (im)possibili, laboratorio di giochi psicologico-relazionali con Fabio Ianniello, a cura dell’associazione Open.
● Ore 19.15: Visioni, performance visiva a cura del comitato Stop Biocidio Caserta, accompagnata dalla declamazione del canto XXXIII del Paradiso di Dante.

Palazzo della Gran Guardia
● Ore 20.00: Omero & co., lezione-spettacolo sui classici greci e latini, con Daniele Ventre e attori dell’Accademia Palasciania.


SABATO 23 APRILE

Chiesa di S. Salvatore a Corte
● Ore 10.30: I longobardi e il Placito capuano, seminario a cura del Touring Club Terra di Lavoro.

Palazzo Fazio
● Ore 17.00: Filo rosso, intervento musicale dei Karminia (Nadia Marino e Franco Natale), a cura di Opera Nomadi Caserta.
● Ore 17.15: Cineforum per bambini a cura dell’associazione Extra Mœnia.

Palazzo Lanza
● Ore 18.00: replica dell’evento delle 10.30.

Palazzo Fazio
● Ore 20.15: Gran festa per Amleto e Don Chisciotte, lezione-spettacolo di Marco Palasciano in occasione del quadricentenario di Shakespeare e Cervantes, completata da un laboratorio di giochi teatrali cui potranno partecipare quanti lo desidereranno; l’evento durerà fino a tarda sera, perciò nell’intervallo tra prima e seconda parte si cenerà sul posto, con un buffet comunitario dove ognuno, se può, porta qualcosa.


DOMENICA 24 APRILE

Palazzo Fazio
● Ore 10.30: Che storie!, laboratorio per bambini e genitori insieme, con Valeria De Rienzo, per la costruzione di un fantastico racconto collettivo.

Palazzo della Gran Guardia
● Ore 17.00: Sulle note della poesia attraverso natura e geometria, performance del Laboratorio di idee Agere.

Palazzo Lanza
● Ore 19.00: Tra classica e jazz, lezione-concerto del Metropolis Duo (Emilio Merola e Lello Petrarca).
● Ore 19.45: Concertino di theremin, strumento meraviglioso, con Arcangelo Barbato.
● Ore 20.00: Lectura Dantis comprimibile di Pinco Pallino, su brani dell’Inferno scelti dal pubblico.
● Ore 21.16: Estemporanea da «Massimo Circo» (14 minuti), con Francesco Paglino e Andrea Russo.
● Ore 21.30: conclusione.


SABATO 23 E DOMENICA 24 APRILE

Palazzo Fazio
● Dalle ore 17.00 di sabato alle 13.00 di domenica: Scorci e squarci, mostra di opere d’arte visuale di Davide De Laurentis, Antonio Lanna, Francesca Sulmona, a cura del collettivo Komar.


POI

Si creerà un blog collettivo, per riunire tutte le associazioni e le singole personalità dell’arte e della cultura di Capua e dintorni interessate a cooperare con continuità in occasioni analoghe a questa di Gli spazi della cultura e della fantasia; conterrà fra l’altro i loro curriculum, che possono inviarsi all’indirizzo collettivokomar@gmail.com.

mercoledì 6 aprile 2016

Pesci d'aprile del 2016

Ecco i miei cinque Pesci del 1° aprile 2016, in ordine cronologico, tutti via SMS. Ciascuno dei primi quattro è stato inviato a un cosiderevole numero di persone, l'ultimo a due soltanto. Riporto le più significative risposte ricevute, con relative mie controrisposte; e aggiungo in corsivo le necessarie annotazioni delucidatorie, a uso di voi gentili lettori. Che in fondo al post troverete i link ai resoconti dei miei Pesci degli anni scorsi.



1. FUGA DI MEZZANOTTE

— Cari, chi potrebbe ospitare almeno per stanotte me e mia madre? la casa è allagata e l'aria è irrespirabile, sono scoppiate le tubature dell'acqua e del gas per un malfunzionamento della caldaia, botto spaventoso, ora siamo in auto sconvolti, con un bagaglio minimo e tante lacrime, per favore, aiutateci!
— Tecnicamente è difficile che siano scoppiate le condutture del gas e e il palazzo sia intatto [...].
— Ma infatti è crollato metà palazzo! e nessuno dei vicini ci vuole ospitare, ci colpevolizzano, dicono che non abbiamo fatto abbastanza manutenzione...

Un altro amico risponde, qualche ora dopo: — Anch'io ho dormito in auto. Una colonia di opossum mi ha cacciato di casa!


2. AMORE DISPERATO

Sia a uomini, sia a donne, di varia età, invio questo messaggio:

— Ti ho amato dal primo momento che ti ho visto, ho continuato ad amarti in silenzio per tutto questo tempo, ma ora non reggo più, la vita è troppo dolorosa. Stanotte non ho dormito. Stamattina ho preso la macchina e ho vagato per le strade, senza meta, senza forze, spinto solo dalla disperazione, e sono arrivato fino a Cassino. Ora sono alla stazione di Cassino e sto aspettando il primo treno per buttarmi sulle rotaie e farla finita. Addio. Perdonami.

Ricevuto l'SMS, un giovane amico, preoccupatissimo, tenta immediatamente di telefonarmi. Ma rifiuto la chiamata, e gli scrivo: 

— No, non sprecare credito... sono già morto! E mi sono incarnato in un pesce rosso! (Lo smartphone durante l'urto del treno è volato nella fontana dei pesci rossi e così appena incarnatomi ho potuto digitare con le pinne...)

Nota: alla stazione di Cassino non ci sono fontane. In questa storia, comunque sia, l'aspetto più implausibile è che io abbia potuto guidare da solo fino a Cassino (vedi articolo sulla mia odeporofobia). Un altro amico, intanto, mi risponde:

— Certo, certo, Marco... io invece ho appena vinto 100.000 euro al gratta e vinci e sto festeggiando nudo nella stazione di Roccapipirozzi...
— Ora dunque morirò con l'immagine di te nudo e peloso nella mente, a tormentarmi per l'eternità! Ahimè! Addio, il treno è arrivato... Salto...!

E un altro amico ancora:

— No problem. Però ricordati che quelli delle ferrovie [...] metteranno il costo di ritardi e ripristino in conto ai tuoi eredi.


3. CAPUA UNDER ATTACK

— Poco fa stavo passando per via Duomo e ho sentito un boato spaventevole, veniva da Palazzo Fazio, sono accorso con altra gente e lo abbiamo trovato semisventrato da un'esplosione, dal portone esce un gran fumo nero, il cortile è pieno di detriti, le finestre intorno rotte per l'onda d'urto, è terribile!

E un amico mi telefona preoccupato... Un altro invece si dimostra scettico Vabbeh ci hai provato — e gli controrispondo:

— L'esplosione ha fatto anche tracimare momentaneamente il fiume fino a qui, ora l'acqua si è ritirata ma sono rimasti un sacco di pesci a sbattersi per terra!

Altri, intanto, memori del Pesce n. 2, mi scrivono messaggi tipo: — Ma non ti eri suicidato? — E io a loro:

— Ho rinunciato al suicidio, mentre ero a Cassino mi sono innamorato di una vecchia signora che vendeva castagne. Perdonami se ti ho dimenticato così presto!


4. LE LUCERTOLE GIGANTI

SMS dedicato a un'amica che ha la fobia dei gechi, e inviato a lei per prima, poi ad altri (tra cui l'amico che risponderà, e cui controrisponderò, come di séguito riportato):

— Allarme in tutta la città! Da un laboratorio del CIRA sono scappate 1200 lucertole giganti geneticamente modificate! La popolazione di Capua e dintorni è invitata a restare chiusa in casa finché tutti gli esemplari non saranno stati catturati! In caso di incontro ravvicinato far rumore con pentole ecc.!
— Al CIRA non fanno esperimenti del genere.
— Era un esperimento segreto!


5. LA PRESENTAZIONE SALTATA

— Mi ha ora telefonato Moresco, furibondo perché ancora non abbiamo mandato alcuna e-mail né a lui né a Giunti, ci ha mandati affanc* tutti quanti, e non vuole avere più niente a che fare con noi. Ahimè! ma come è possibile che siamo arrivati a questo? perché avete lasciato che tutto cadesse nel nulla?
— Ne parliamo dopo mezzanotte [...].
— Ah intanto mi ha scritto A* che siete due str* tu ed E*, e che farà di tutto per distruggere le vostre vite, per quello che le avete fatto e soprattutto per quello che non le avete fatto!
— Questa è più probabile, ma comunque non ci credo. Domani ci vediamo un po' per fare il punto della situazione? [...]
— Mah... devo partire all'alba per Venezia, un mio vecchio amico è moribondo e ha promesso che se vado a sc* con lui per l'ultima volta mi lascia in eredità la sua biblioteca di 60.000 volumi. Perché, voi passerete per Capua? intorno a che ora? forse torno in tempo...
— La sera, credo. Per cena.
— Bene... potremmo andare a quella nuova trattoria fuori Porta Roma, il Sushit [nota: «Sushit» = «sushi» + «shit»], gestito da una coppia anglo-giapponese, dove si può sbafare tutto gratis se alla fine si accetta per dessert uno stronzo di cane zuccherato e imbibito di rum. Non è merdaviglioso?
— Decisamente.

Nota: la presentazione si terrà a Teano il 28 aprile 2016, a meno che Moresco leggendo questo post si infuri veramente, nel qual caso veramente dovrò andare a buttarmi sotto un treno.



POST SUI PESCI D'APRILE DEGLI ANNI SCORSI

2015
Pesci d'aprile del 2015


2012

2010

2007-2009

venerdì 19 febbraio 2016

Anagramma del giorno

La cultura italiana  
oggi ha perso Umberto Eco 
=
Lui un morto? Bugia.  
Resta lopera, che gioca alta.

venerdì 12 febbraio 2016

Nel XVII anniversario della fondazione dell'Accademia Palasciania

Oggi, 12 febbraio 2016, sono diciassette anni giusti dall'avvio delle attività dell'Accademia Palasciania. Quel giorno del 1999 si tenne un volantinaggio, annunciante una raccolta firme pro salvaguardia di un sito archeologico minacciato da un cantiere (vedi qui TAV a Capua: tutta la storia), e nel contempo la mia umile persona fu radiointervistata in Rai da Oliviero Beha. Di lì a un mese e dodici giorni fioriva il primo evento, il convegno Le opere archeologiche emerse nel territorio di Capua e il progetto TAV: commenti e controproposte.

Seguirono il convegno in tre giornate Miraggi del progresso e città sepolte e poi, negli anni, tre laboratori teatrali sperimentali (vedi qui per l'ultimo), le quattro edizioni del festival musicale Toccata e fuga, quattro collaborazioni al genetliaco leopardiano napoletano (vedi qui per quello del 2015), cinque edizioni locali dell’evento mondiale One Hundred Thousand Poets for Change (vedi qui per Mille colori, stessi valori), le finora sette stagioni di lezioni-spettacolo sulla filosofia palascianiana (vedi qui per Le 77 meraviglie dell'Ottocento palascianiano), tante lecturæ Dantis (vedi qui per quella del 750° anniversario della nascita di Dante) e altri reading, la prima presentazione di Moresco in Campania, e altro ancora; tra cui l'anno scorso, in collaborazione con altri enti, le celebrazioni (vedi qui) per il bicentenario della nascita di Ferdinando Palasciano.

venerdì 1 gennaio 2016

Il mio proposito per l'anno nuovo

Da un mio odierno post in Facebook.

L'odio degli ignoranti verso la cultura, oggi, è di una violenza incredibile.

Un tempo c'era rispetto per la figura del sapiente. I cosiddetti umili riconoscevano il valore di chi, altrettanto umilmente, dedicava la propria vita alla scienza, alla filosofia, all'arte...

Come si è arrivati, nel XXI secolo, a discriminare le persone per il loro conoscere troppi vocaboli? E ad accusare di porsi su un piedistallo, o voler puerilmente ragione a tutti i costi, coloro che dànno e pretendono valide argomentazioni? E ad insinuare che chi è un poco più colto della norma conosca il mondo solo dai libri e non sappia niente della vita reale?

Come si è arrivati a tanto disprezzo e per di più manifestato tanto alla leggera, nel corso di discussioni pubbliche via Internet, fra sconosciuti, senza alcun pudore?

Come si può essere orgogliosi della propria ignoranza?

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Altra questione è quella degli ignoranti che credono di essere sapienti, solo perché competenti in un campo specifico della cultura, e disprezzano i campi di competenza altrui. Non è raro trovare scienziati che spregiano le materie umanistiche, e viceversa.

La sapienza, come si dovrebbe sapere ormai da almeno 2400 anni, consiste nel sapere di non poter mai sapere abbastanza. Si è comunque sapienti quando si ama il sapere e si sta addentro, con genuina passione e bei frutti, ai campi in cui si può, e si è ben disposti a collaborare con chi è competente nel resto.

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Nella maggior parte dei casi, comunque, l'ignorante non ha neanche una competenza culturale specifica atta a sostenere le sue opinioni.

Per esempio l'animalista moraleggiante da tastiera non possiede cultura contadina, non sa che molti animali divorano volentieri i loro stessi figli, non sa che le lontre stuprano i cuccioli di foca vivi e morti; non vive a contatto con la natura, la idealizza soltanto; o non direbbe mai che gli altri animali sono tutti innocenti, colmi d'amore puro e moralmente superiori all'uomo. Chi lo dice opera, tra l'altro, una antropomorfizzazione e non lo sa.

E magari a sentire la parola «antropomorfizzazione» si incazza pure. C'è gente che è irritata da tutto ciò che non capisce immediatamente, parola o concetto che sia; il che, anziché spingerla ad accrescere le proprie conoscenze, la spinge ad accrescere la propria ostilità verso l'interlocutore.

In ogni caso il povero sapiente, candido amante della ricerca del vero, che quando legge su Facebook una stronzata non riesce a trattenersi dall'intervenire per confutarla, si deve scontrare ogni volta con il muro dell'ignoranza superba di coloro che non hanno alcun interesse nel vero, in realtà, ma vogliono solo dare sfogo – sotto l'alibi della morale – alle pulsioni più bestiali, più vili... come, per fare un altro esempio, l'odio nei confronti di una minoranza fatta capro espiatorio delle loro frustrazioni esistenziali: omosessuali, immigrati ecc.

E poiché quella dei sapienti stessi è una minoranza, non ci vuol niente acché gli ignoranti ostili si distolgano dal loro obiettivo iniziale e si rivolgano più ostilmente che mai verso chi ha provato a farli ragionare.

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Ma non lo sa che è vano tentare di aiutare quegli sciagurati a sollevarsi dal loro stato? E che, piuttosto, saranno essi a trascinarlo in basso, se insiste a discutere con loro?

Sì, lo sa. Ma sa anche che tutto può accadere, in questo complesso mondo, e dunque che una volta su un miliardo può accadere che uno si illumini e si converta.

E gli angeli esulteranno più che mai, e tutti i cieli risuoneranno di giubilo: vedi favola della pecorella smarrita, dell'avvio della ruota del Dharma ecc.

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Peccato solo che a me, personalmente, finora non sia mai capitato di assistere in Facebook a una tale meravigliosa metamorfosi.

Quando ho avuto a che fare con persone più o meno ignoranti le cui tesi fantasiose, rozze ed irose ho intrapreso a smontare con argomentazioni rigorose e il giusto pizzico di serena ironia, è sempre finita a pisci fetienti.

Il 2015 si è concluso con l'ennesimo flame. Sono stato abbondantemente sfanculato e chiamato «idiota», «buffone», «testa di cazzo»... addirittura «povero dentro». Ricchi loro, si vede. Ma di cosa?

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Il mio proposito per l'anno nuovo? Continuare così. Voglio esser santo.

Inoltre, è anche divertente assistere allo spettacolo dell'altrui imbestialire e sbracarsi.

Demetra era triste, e la vecchia Baubò si sbracò e le mostrò le sue vergogne per farla ridere. E io rido a vedere scoprirsi le vergogne del mondo, ciò che di più osceno tanti ipocriti tengono nascosto nel sepolcro imbiancato del loro cuore.

La stessa merda che è nel mio, può darsi; ché siamo tutti bestie, in fondo in fondo. Ma la mia, almeno, è merda d'artista.

Buon anno e buon effetto Dunning-Kruger a tutti.