ebbe per mecenati. Ahi! tempo avessi
nonché vigor, che l’età onusta ha flessi,
un terzo Orlando la mia grata mano
scriverebbe, a gloriare il seme sano
onde fioristi tu e parenti annessi,
ovemai un tal poema v’interessi;
ma, se titano fui, son fatto or nano:
ti dovrai contentare d’un sonetto.
Pur, non sarà con meno arte composto,
né soprattutto con minore affetto;
ché, qual sia d’uno la compienda impresa,
primo necesse il cor, concorde Ariosto.
Qui è! Tanti auguri a te, Mariateresa!
Massimiliano Lodi, Ludovico Ariosto legge l’«Orlando furioso» alla presenza della corte estense, ca. 1860. |
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