
Già che ci siamo, riporto qui pure un pezzo d'un sms che ho ricevuto qualche giorno fa dalla medesima anima gentile: «Che bello il modo in cui leggendoti si passa continuamente dal sogno all'incubo, ed è tutta un'avvolgente, palpitante placenta onirica».
Sono ora troppo pigro per cercare, e qui inserire, i link alle recensioni ufficiali del romanzo (e che nostalgia la presentazione con Corrado Bologna al Palazzo Reale ecc.!), risalenti a quando ancora ci si sbatteva non poco per diffonderlo. (Sono passati sei anni dalla sua pubblicazione; e ha venduto, mi pare, solo un centinaio di copie.) Sono anche troppo pigro per finire meglio che si possa questo post; ma tanto questo blog non lo legge quasi nessuno.
Cliccare sull'immagine, se mai v'interessasse, per avere un assaggio del capitolo 6. (Mi commuove ripensare che il caro Raos copiò a lettera a lettera dal libro al post gli excerpta, anziché farsi venire in mente che poteva chiedere a me o all'editore il file testuale e fare, in un secondo, copia e incolla. Ma può darsi che ridigitare tutto gli fosse delizia analoga a quella che a un pianista viene dall'eseguir la partitura; dopotutto, si sa, io sono un Beethoven [vedi scheda].)
2 commenti:
La signora ha pienamente ragione. Io trovai il romanzo esilarante e la scrittura quanto di più innovativo io abbia letto. Un abbraccio.
Franco Cuomo
Ben ricordo; e il giudizio tuo è eternato nel post palasciania.blogspot.com/2009/05/palasciano-pride-time-quattro-commenti.html :-) Ossequi alati
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