per strettezza di tempo scrivo in treno;
eh! il cuor mio, ultimamente, fu sereno
quanto un topo tra i zoccoli d'un bue.
Ciascun di voi già sa le virtù sue,
elencarle è stucchevol perlomeno;
tu, Rosa, solo rose alberghi in seno;
tu, Carmine, nel seno non hai lue.
Veniam direttamente, onde, alla torta
e al brindisi, in quest'alma pizzeria,
noi, i vostri amici e la mia rota 'e scorta...
oops... il mio segretario, in allegria;
e tanti auguri a voi d'un anno estremo
quanto a dolcezze, e d'amarezze scemo.
Quest'ennesimo sonettaccio genetliaco (e un altro pur per Carmine e Rosa si trova qui) l'ho ieri composto su un treno diretto a Napoli, luogo della cena di compleanno dei due suddetti miei amici d'alto Amicarium. E mentre componevo, s'aggirava guardingo per il vagone un ragazzo occhio ceruleo, e nervoso m'interrogava circa le soste; poi, acquietatosi, mi si è seduto accanto, e ha domandato se stessi scrivendo una poesia, e con candore ha chiesto che gli leggessi quanto fino allora abbozzato; infine, io indovinando che era senza biglietto, gli ho offerto la mia collaborazione, facendolo nascondere in un canto all'arrivo alla stazione di...; e quando ho visto dal finestrino un ferroviere venirsene per la banchina, in direzione della testa del treno, ho spinto il giovane slavo o quel che era ad andarsene nei vagoni di coda; e il treno è partito, e nessuno più avrebbe potuto farlo scenderne prima della sua meta, che era la sosta successiva. Sono stato complice d'un crimine? ma era così simpatico!...
Torta a coronamento della cena a celebrazione dei compleanni di Carmine e di Rosa. Napoli, 22 settembre 2012. |
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