Un misero sonetto almeno almeno
vi dovrò dedicare, anime alate,
benché le mie meningi disastrate
pur ciò facciano a pena; e infatti io peno.
Fossi come l’altr’anno oggi sereno,
nove strofe voi avreste qui, rimate,
di nove novenari; otto create
d’otto ottonari n’ebbi allor, non meno.
Erano ott’anni, e or nove son, passati
dal giorno primo che vi vidi e amai.
Già furono i dettagli raccontati.
Siete il sale della mia vita! e mai
vi darò in pasto al moloch del mio odio,
cari Margot Cloruro e Angelo Sodio.
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