sabato 1 febbraio 2014

Filastrocca cretina di prima mattina

Non era questa, ma un po' ci somigliava.
Ieri, appena svegliato, tornandomi alla mente una figura su un libro che martedì scorso sfogliavo in libreria, e sua didascalia, m'è venuto da domandarmi: «Cos’è uno spazio di Lobačevskij?».

Il resto del contrasto, tutto un nonsenso (o forse un senso emerge?), è venuto da sé, la furia creativa cretina facendomi perdere tempo invece di prepararmi per uscire a far dei servizi urgenti (col risultato di trovar chiuso il CUP dell'ospedale).

Visto il successo, poi, di questa chitarronata volgarissima in quartine ABAB di quinari, mi risolvo a traslarla dal risonante pantarei di facebook al ristagnante pantano della blogsfera, dove l'ecumene potrà pascersene in pseudoeterno.

Mi scuso infine con quanti abitanti del Lazio possano sentirsi offesi, cui chiarisco: gli insulti qui fioriti non sono rivolti alla loro totalità bensì a «quei laziali» immaginariamente stanziati nei territori occupati dai «tedeschi» (nazisti) al termine della Seconda guerra mondiale in una realtà alternativa e dediti alle più orwelliane banalità del male.


«Cos’è uno spazio
di Lobačevskij?»
«L’area del Lazio
data ai tedeschi».

«E se uno uscire
vuol da quei luoghi?»
«S’alzano pire,
s’alzano roghi».

«E, mecojoni!,
se sta ove stava?»
«Porta i calzoni
alla zuava».

«E se la gonna
vuole portare?»
«Ha all’uom, se è donna,
da sottostare».

«E se ci ha il pene
quel travestito?»
«Ciò l’ecumene
si lega al dito».

«Vivere in pace
non si potria?»
«Se sei capace
d’ipocrisia».

«E se volessi
restare puro?»
«Pulisci i cessi,
lavori duro».

«E se la schiena
poi mi fa male?»
«Tizio ti mena
giù per le scale».

«Perché quel Tizio
mi menerebbe?»
«Tale servizio
da fare ebbe».

«E s’egli manca
al suo dovere?»
«Nessuna è bianca,
tutte son nere».

«Le anime, intendi,
di quei laziali?»
«Uomini orrendi
come animali».

«No, lo stambecco
val più dell’uomo».
«Del pari Lecco
val più di Como».

«Ma la munnezza
sta in ogni dove».
«Non v’è certezza,
non vi son prove».

«Mondo di cacca
non euclidea
«Quand’uno stacca
realtà da idea...»

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