sabato 7 novembre 2020

Lettera a «L’Avvenire» (che non risponderà)

Riporto qui un post da me pubblicato in Facebook alle 22.59 di oggi, 7 novembre 2020.
RISPOSTA AGLI OTTO MOTIVI
DELL’ARTICOLO DI «AVVENIRE»
CONTRO LA LEGGE ZAN


1. QUEI POVERI BAMBINI.
Voi dite che ai bambini nelle scuole «si finirebbe per cercare di far credere che l’esperienza che vanno facendo della realtà è una finzione essendo l’umanità non declinata al maschile e femminile». Ma quando mai qualcuno ha cercato di far credere una cosa del genere? Questa accusa è tipica di chi va sproloquiando della fantomatica “teoria del gender”, che non esiste.

2. LA NEOLINGUA ORWELLIANA.
«Riscrivere la natura umana»? La Commissione Affari costituzionali, semplicemente, aveva invocato l’opportunità di chiarire maggiormente i concetti, al fine di evitare incertezze in sede applicativa; preferivate forse che si restasse sul vago? avreste protestato lo stesso, se non di piú.

3. PER NON RESTARE SUL VAGO.
Ecco, appunto, ve ne siete resi conto anche voi. Ma allora di che stiamo parlando? ah, riecco: del vostro timore che si possano «perseguire come discriminatorie quelle che di fatto sono concezioni differenti della natura umana, oggetto di legittimo confronto e di convinzioni profondamente radicate nella coscienza di tanti cittadini». Orbene, se tali convinzioni però non sono scientifiche, non hanno alcuna legittimità, cosí come il terrapiattismo di fronte all’evidente sfericità della Terra. Che i vostri dogmi rimangano pure colle loro radici ben infitte nella vostra coscienza; ma non spingano, per cortesia, i loro germogli a urticare le coscienze e le vite altrui.

4. QUANTA INTOLLERANZA POSSIAMO TOLLERARE.
«Fissazioni ideologiche»? I fissati siete voi. Finitela di perseguitare le famiglie omogenitoriali con i vostri disumani Family Day, per dirne una, e di lagnarvi di essere voi i perseguitati. «Troppo largo è», dite, «lo spazio per l’interpretazione discrezionale di cosa possa istigare ad atti discriminatòri o persino alla violenza»; ma scusate: basterà che vi sforziate di parlare in modo piú chiaro e meno fraintendibile, no? è un eccellente esercizio che non potrà che far del bene alla vostra dialettica; la quale, a giudicare dall’articolo in questione, al momento ha basi alquanto fragili.

5. LA DISPARITÀ DELLE PARITARIE.
«La scuola paritaria che non vuole celebrare la Giornata anti-omofobia può farlo o è destinata a pagare questa sua intangibile libertà?» A me farebbe piacere che pagasse. Dopotutto, le scuole paritarie non son “sfondate di denari”? e non godono già di troppi privilegi?

6. LO SPETTRO DELL’ANARCHIA.
«Se posso essere ciò che voglio, e contando davvero solo quel che io dico di me stesso, tutto è fonte potenziale di discriminazione nei miei confronti». No, non tutto: solo l’intollerante che vuole metter bocca per forza, sindacando sull’intimità altrui.

7. GAY LIVES MATTER.
Mi disgusta come cerchiate di sminuire un profluvio di violenza che è da sempre sotto gli occhi del mondo. Non so piú di quante tragedie e traumi ho dovuto leggere nella cronaca, o sentire da diretti testimoni. A una mia amica quasi cavarono un occhio. In certe città due uomini non possono passeggiare la mano nella mano senza venire aggrediti verbalmente o peggio: è vita questa? E voi lí a calcolare se ci siano o no abbastanza vittime all’anno…

8. BEN ALTRO A CUI PENSARE.
Il vostro ultimo motivo è un capolavoro del piú banale e basso benaltrismo; meriterebbe senz’altro in risposta un’unica parola, che inizia per “fan” e finisce per “lo”; ma sono troppo un signore. Come che sia, serve forse ch’io aggiunga che questo tira e molla va avanti non da qualche mese, ma da decenni? La gente discriminata non ne può piú di attendere; e questo è proprio il momento giusto per darle finalmente la Legge tanto attesa, altro che rimandare oltre. C’è, infatti, la pandemia; per questo, non c’è mai stata tanta angoscia generalizzata, prima d’ora, qui, come altrove, da molt’anni a questa parte; a ciò si sommano i disagi specifici delle persone lgbt+ nell’essere considerate da tanti, e spesso trattate, come cittadini di serie B; dunque quale miglior momento per fornire un motivo di sollievo, di rinforzo morale, di speranza nel futuro, alla parte piú oppressa e bistrattata – dopo forse i poveri – della popolazione italiana? E poi, «Chi salva una vita salva il mondo». Voi perché volete rendervi, invece, complici del protrarsi di questa condizione umiliante e, alla lunga, dolorosa già di per sé, senza bisogno di morti e feriti? Perché non potete semplicemente tacere, per una volta, per carità cristiana, prima che vi debba tacitare la Legge? Che poi nemmeno vi taciterà, fidatevi. State facendo un pandemonio inutile.

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