Ecco tutti i miei Pesci via telefono e via Facebook del 1° aprile 2015, in ordine
cronologico.
Sostituisco qui con lettere asteriscate, prese in ordine alfabetico, i nomi degli interlocutori e delle persone citate. Dove non siano indispensabili all'economia del racconto, ometto le risposte degli interlocutori, o qualche loro parte. Aggiungo invece, in corsivo, le necessarie annotazioni delucidatorie, o come paratesto o come chiose interne, a uso di voi gentili lettori. Che in fondo al post troverete i link ai resoconti dei miei Pesci degli anni scorsi.
1. L'AMICO PROBLEMATICO
Approfittando del fatto che A*, un mio amico ultimamente un po' problematico, la sera prima non ha accettato un mio regalo di compleanno (del che ho scritto a B*: «A* ha rifiutato il regalo»), al commento di B* della mattina dopo («Mi dispiace») rispondo:
— E ora mi ha telefonato urlando come un pazzo! dice che io e tutti gli stronzi che mi stanno intorno devono crepare, e ha nominato te per primo: ha detto che la prossima volta che ci incontra per strada ci deve far fare capa e capa tutti e due, tipo piatti da orchestra, e poi prenderci a calci nel culo!
— Ah ah ah! [...]
— Nooooo! ti giuro! ha pure detto che deve uccidere C* [nostra amica farmacista] perché sicuramente quando pranzavamo da lei gli metteva nelle pietanze del veleno per farlo impazzire! e mi sa che c'è riuscita!
— [...]
— E ha pure detto che deve bruciare tutte le opere di D* [artista, consorte di C*]!
— Oh, no! [...]
Della minaccia di A* di uccidere C*, scrivo anche a D*, chiedendogli infine di...
— [...] non dirle nulla.
— [...]
— Nooooo! ti giuro! ha pure detto che deve bruciare tutte le tue opere!
— Mah... la coincidenza del Primo aprile mi puzza... cmq, nel caso fosse vero vado alla polizia.
— Ci sono già io alla polizia, non volevo dirtelo! sto sporgendo denuncia contro ignoti (ma è stato sicuramente lui) perché stanotte la mia auto è stata fatta a pezzi con una spranga di ferro e qualcuno ha anche pisciato sulle ruote, dopo averle naturalmente dilaniate, non so se con un coltello o a morsi.
— Povero A*...
Scrivo inoltre a E*, che pure conosce A*:
— Ti prego, puoi accompagnarmi dalla polizia? devo sporgere denuncia contro ignoti (ma è stato sicuramente A*): stanotte la mia auto è stata fatta a pezzi [ecc. come sopra].
2. GLI EFFETTI DELLA DROGA
E già che ci siamo, facendo copia e incolla invio a F*, che lavora in un centro di recupero dei tossicodipendenti, lo stesso sms di poc'anzi, ma sostituendo il nome di A* con quello di G*, nostro amico strafattone. Qualche ora più tardi, F* mi scriverà in Facebook:
— Marco, che è successo?... la macchina... fammi capire.
Al che risponderò, facendo confusione con il Pesce n. 7:
— Niente, è rimasta schiacciata dalle macerie per il crollo di quattro balconi del palazzo...
3. IN PARTENZA PER L'AUSTRALIA
Dico a H* che I*, col quale sto al telefono, sta per trasferirsi in Australia, essendo stato assunto da una ditta di import-export di canguri; e glielo passo, così che possano salutarsi.
4. IN PARTENZA PER NEW YORK
Scrivo a una trentina di amici:
— Sabato a Teano festa a sorpresa per J* che è stato assunto a New York come vicedirettore della galleria d'arte Weckegramp & Schön! K* a breve ci darà maggiori informazioni; intanto, voi ci stareste? chi vuol fare una bella torta a forma di tela con tagli alla Fontana?
Forse non rendendosi conto che «Weckegramp & Schön» si pronuncia in modo molto simile a «Ve', che gran pescion!», così mi risponde la gentile L*:
— La posso far fare al pasticciere e poi dividiamo.
— L'importante è che sia senza latte, senza zucchero e senza glutine perché J* è vegano, diabetico e celiaco.
— Fammi sapere.
— OK, grazie. Ancora non siamo sicuri cmq, perché il nonno della fidanzata di J* [che non è fidanzato] pare che sia in fin di vita.
— OK. Ma è impossibile senza questi ingredienti. Lasciamo stare la torta.
— Magari allora un rustico a forma di Fontana di Duchamp...
Intanto il buon M* si duole di non poterci essere:
— Sabato sto nel convento ad Assisi [è vero].
— Peccato, ci sarà anche un orso ammaestrato.
Due giorni dopo, mi scriverà la gentile N* in Facebook:
— Ciao Marco, mi piacerebbe molto venire alla festa per J*. Fammi sapere i dettagli! Per la torta non credo di aver tempo. Periodo incasinatissimo!
5. IL TERREMOTO DI LISBONA
Chi invece non ci casca è O*, fidanzata di K*, l'amico di J* che avrebbe dovuto organizzarne la festa a sorpresa:
— Beh, sgamato... K* è con me a Lisbona sabato...
— Impossibile, è lui che mi ha chiamato per farmi iniziare a diramare gli inviti!
Più tardi scrivo sia a K* sia a O*:
— Santi numi! hai saputo? a Lisbona c'è stato un terremoto spaventoso! e voi che volevate andarci...
Un terremoto spaventoso effettivamente a Lisbona c'è stato, ma nel 1755; e naturalmente era proprio a quello che mi riferivo.
6. MASTURBAZIONE COMPULSIVA
Scrivo in Facebook:
Lo sapevate? Per motivi a tutt'oggi poco chiari alla scienza medica, una cospicua percentuale di grandi pianisti si ammala, nel corso della propria carriera, di masturbazione compulsiva, dalla quale non riescono a sostare neanche per il tempo necessario a eseguire una semplice sonata. Tant'è vero che diversi compositori hanno loro dedicato, dimostrando ammirevole comprensione umana, interi concerti per la sola mano sinistra; celeberrimo quello di Ravel. Quest'oggi ve ne propongo uno di Sergei Bortkiewicz (1877-1952).
7. LE DISGRAZIE NON VENGONO MAI DA SOLE
Giacché mi telefona al fisso, da fuori città, la cara P*, le racconto...
... che stamattina sono crollati, uno sull'altro, quattro balconi del condominio in cui abito; che la signora Q*, figlia di una mia carissima amica, era affacciata, è rimasta travolta, e ora è in ospedale gravissima; che la mia auto, parcheggiata come al solito sotto uno di quei balconi, è rimasta schiacciata e distrutta sotto le macerie; che ora sto aspettando, e saranno qui a minuti, dei periti per la perizia dei balconi superstiti; che l'amministratore R* intanto si è reso irreperibile, essendo incriminabile; che, comunque sia, il danno è derivato dall'indebolimento strutturale dell'edificio, a sua volta causato dalle vibrazioni della vicina stazione ferroviaria, per un effetto cumulativo, e di tipo alquanto singolare, identificato e analizzato per la prima volta in Giappone non molto tempo fa, dovuto alla conformazione del particolare tipo di terreno su cui l'edificio è stato edificato nei primi anni '70...
A questo punto mi chiama il dottor S* via smartphone, e colgo la palla al balzo per alimentar la palla, dicendo a P* che a chiamarmi è la figlia della signora Q*, e speriamo che non sia morta, e interrompo la telefonata dicendole che la richiamerò dopo, per rispondere a S*; dopodiché, richiamo P* come promesso, e le dico...
... che la signora Q* purtroppo, come temevo, è morta; che vorrei sùbito raggiungere la figlia, in lacrime, devastata, all'ospedale; ma sono senz'auto, ovviamente; no, non posso rivolgermi a nessun amico per farmi accompagnare, perché ieri, dico, ho litigato con tutti quanti, per fatti complicati; inoltre, non so se sia il caso di lasciare zia T* da sola a interagire coi periti, visto che proprio oggi ho scoperto che negli ultimi giorni, in cui sono stato indaffarato più del solito e ho trascurato di controllarle le medicine, ha smesso di prenderle, tutte quante, con grave danno neurologico ecc., ed è impazzita: infatti l'ho trovata a parlare con la gabbietta vuota che teniamo riposta in alto su un mobile della cucina, giusto stamani, poco prima del crollo dei balconi, e le ho detto: «Ma che stai facendo?»; «Parlo col canarino»; «Santi numi, ma il canarino è morto negli anni Ottanta!»... ah, per giunta sempre oggi ho scoperto che la signora U*, passata per casa l'altro giorno, ci ha rubato circa 700 euro che tenevamo in un cassetto...
E P*, candidamente, si è bevuta tutto, tutto!, vi giuro... finché non le ho detto che «è assurdo che sia capitato tutto in un sol giorno! ma che giorno mai sarà? sarà una data particolare?». Ma ci sono buoni motivi perché ella, pur essendo tutt'altro che una sciocca, e giuro pure questo, mi abbia prestato così tanta fede: a lei, nel suo palazzo, càpita ogni giorno di assistere a un gran proliferare di storiacce verissime, tra crolli di murature, amministratori in fuga, pazzie e tragedie varie; e sul posto di lavoro, pure assiste a continue manifestazioni del demone della follia che tara e tarla l'umano spirito, in certe situazioni e luoghi più che in altri. Infine, P* mi ha perdonato... diversamente da un'altra amica, V*, che, ahimè, non mi volle parlare per un anno, dopo un Pescione tremendo che le feci; e da allora non gliene ho fatti più.
8. SALUTI DA PRAGA
Come ultimo Pesce, scrivo a W*, al cui negozio il giorno prima dovevo ritirare delle fotocopie ma ho fatto tardi:
Ahimè, perdonatemi se non ho ancor ritirato le fotocopie! ieri sera son dovuto partire improvvisamente per Praga, per sostituire un amico poeta a un convegno. Un saluto dall'Università Carolina, ci vediamo la settimana prossima, tanti auguri di buone feste pasquali!
W* ci crede. Ma, il giorno dopo, mi vede presentarmi al negozio come niente fosse...
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