Marco Palasciano
SONETTO CONTRO
CHI È CONTRO IL PANDORO
SONETTO CONTRO
CHI È CONTRO IL PANDORO
Mai capirò, bench’i’ abbia ampie le chiocche,
la crudeltà inumana di coloro
che spregian me che mangio il mio pandoro.
Ch’acri insulti ne colan dalle bocche!
E quand’io per le rime – sian barocche,
minimaliste o rap – rispondo loro,
s’adontano, d’ipocrita disdoro
insuperbendo; e mostrano le nocche.
Tira il diavolo (l’etimo suo è noto)
i fili del razzista, del fanatico
religioso et similia. Aborre il vuoto,
invece, ed ogni divisione, l’angelo
che m’ha educato alle virtú che pratico;
e a quei rei mira, al cuor loro atro, e piàngelo.
Daniele Ventre
SONETTO SULLO STESSO TEMA
SONETTO SULLO STESSO TEMA
Saranno le abitudini farlocche,
o le idiozie pensate di straforo
da spregiatori di mediocre coro
e proni a falsità, ricette sciocche.
Rosicano per mucide bicocche,
poi vomitano ubbíe di similoro,
nudi del benché minimo decoro
sudditi al falso per idee tarocche.
Ha il razzistello il diavolo a piloto
e per malignità si fa scismatico
e bacia madonnine al vano voto:
ma fra scenografie da Michelangelo
scacciano all'Ade il fascistello asmatico
poi mangiano pandori angelo e arcangelo.
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