Per i precedenti stati di Facebook in tema (2-16 maggio 2015), cliccare qui.
31 maggio
Sono giorni che non si vedono più le formichine sulla scrivania: cosa sarà successo? eppure la stagione calda è appena cominciata. L’altro giorno ho visto passare un animaletto, ma non era una formica, bensì un ragno (e pure a lui ho fatto spazio tra gli oggetti, perché seguisse dritto dritto il cammino desiderato). Spero che non sia successo niente di brutto al formicaio. Forse hanno raccolto abbastanza briciole di biscottini, e hanno deciso che bastasse così, e di non dare più disturbo? ma ormai m’ero abituato! formichine, tornate, se volete. Amo tutti gli animaletti! ho anche messo nel bagno un cartello, per gli ospiti, che vieta di uccidere le lepismæ.
domenica 31 maggio 2015
Quinta nota in merito alle formiche sulla scrivania
Sogno del gattino malato e della conferenza sulla spedizione polare
Stanotte ho fatto un sogno straziante. Un gattino malato doveva essere operato di lì a due settimane, e nel frattempo veniva affidato a me, acché lo accudissi nell'attesa dell'operazione. Ma mi dimenticavo completamente di lui, e solo dopo parecchio tempo mi rendevo conto della sua presenza, e mi ricordavo che mi era stato affidato; correvo dunque a consolare il poverino, nella cesta in cui stava, e lo carezzavo pieno di sensi di colpa terribili, e quello accoglieva le carezze con riconoscenza, e i suoi occhi tristi e dolci mi straziavano, anche perché in essi non c'era la minima accusa nei miei confronti; e da allora in poi non finivo più di stargli vicino e carezzarlo. Tra l'altro erano passate ben più di due settimane, e l'operazione dunque era saltata, perciò ero ancor più angosciato, e speravo si fosse ancora in tempo per rimediare. Domandavo intanto alla governante se in tutto questo tempo il povero gattino avesse avuto di che bere, almeno; e rispondeva d'averci pensato lei.
Il sogno continuava altrove. A un certo punto mi trovavo a salire per gli scaffali di una libreria, in un grande salone espositivo, durante una manifestazione culturale; a un mio lato saliva un amico, della cui identità non sono sicuro, dopo il quale era un angolo di muro; e all'altro lato una ragazza. Essendo saliti fino in cima, ed essendo stati tolti dei libri dallo scaffale sotto (non è chiaro cosa questo c'entrasse), non sapevo più come scendere; allora chiedevo alla ragazza di farmi passare dalla sua parte, ché forse avrei potuto calarmi su dei praticabili che erano nei pressi, e pian piano arrivare a terra. Chiedevo intanto alla gente intorno di far venire qualche ragazzo molto alto per aiutarmi; nei pressi già c'era un altro mio amico, Damian, e così mi aiutava lui a scendere. Si attendeva ora l'inizio di una conferenza su una spedizione al polo nord finita tragicamente; conferenza cui avrebbe presenziato il Dittatore di Francia, il che mi metteva a disagio, essendo io nemico di ogni tiranno. Quella spedizione, che avrebbe avuto notevole importanza nella storia della ricerca scientifica, era però partita col semplice scopo di rifornire di viveri una precedente spedizione, che si era trovata in difficoltà. La conferenza stava per tenersi in una meravigliosa biblioteca dalle grandi porte ad arco, senza ante, che davano su una pianura-giardino indorata dal tramonto. A questo punto mi sono svegliato.
Il sogno continuava altrove. A un certo punto mi trovavo a salire per gli scaffali di una libreria, in un grande salone espositivo, durante una manifestazione culturale; a un mio lato saliva un amico, della cui identità non sono sicuro, dopo il quale era un angolo di muro; e all'altro lato una ragazza. Essendo saliti fino in cima, ed essendo stati tolti dei libri dallo scaffale sotto (non è chiaro cosa questo c'entrasse), non sapevo più come scendere; allora chiedevo alla ragazza di farmi passare dalla sua parte, ché forse avrei potuto calarmi su dei praticabili che erano nei pressi, e pian piano arrivare a terra. Chiedevo intanto alla gente intorno di far venire qualche ragazzo molto alto per aiutarmi; nei pressi già c'era un altro mio amico, Damian, e così mi aiutava lui a scendere. Si attendeva ora l'inizio di una conferenza su una spedizione al polo nord finita tragicamente; conferenza cui avrebbe presenziato il Dittatore di Francia, il che mi metteva a disagio, essendo io nemico di ogni tiranno. Quella spedizione, che avrebbe avuto notevole importanza nella storia della ricerca scientifica, era però partita col semplice scopo di rifornire di viveri una precedente spedizione, che si era trovata in difficoltà. La conferenza stava per tenersi in una meravigliosa biblioteca dalle grandi porte ad arco, senza ante, che davano su una pianura-giardino indorata dal tramonto. A questo punto mi sono svegliato.
sabato 30 maggio 2015
La «Nota sull'Autore» di «Un souvenir di Capua»
Riporto qui di séguito la Nota sull'Autore che si trova a pag. 50 di Un souvenir di Capua nel bicentenario della nascita di Ferdinando Palasciano, Accademia Palasciania & Associazione Ferdinando Palasciano, Capua 2015. (Per ulteriori dettagli biografici vedi qui.)
1815, 1891, 1968: Ferdinando Palasciano ha vissuto 76 anni e ½ e, per la gioia dei numerologi e degli astrologi, è 76 anni e ½ dopo la sua morte che nasce Marco Palasciano, anch’egli con il Sole nel segno dei Gemelli e in opposizione a Nettuno. La nascita del pro-pro-prozio Ferdinando è l’evento intorno al quale ruotano le Prove tecniche di romanzo storico con cui Marco nel 1995 giunge finalista, per la terza volta, al Premio di narrativa Italo Calvino. Lo stesso anno è tra i vincitori della Rassegna di poesia Laura Nobile, con la raccolta L’insectarium dei burattini, e si laurea in sceneggiatura e regia cinematografica e televisiva alla Libera Università del Cinema di Roma. Nel 1998 inscena il suo primo lavoro teatrale, Un Amleto di ritagli e di pezze, al primo Incontro Nazionale al Sud dei Teatri Invisibili. Nel 2002 tiene le prime lecturæ Dantis. Nel 2003 i primi concerti pianistici. Nel 2006 Lavieri pubblica le Prove come primo titolo italiano della collana Arno.
L’artista multidisciplinare ma indisciplinato matura intanto in filosofo eclettico e, sotto il marchio dell’Accademia Palasciania da lui fondata nel 1999, dieci anni dopo inizia a tenére, nei palazzi e giardini messi a disposizione da entusiasti e incoscienti mecenati, decine di lezioni gratuite e aperte a tutti sulla sua filosofia, caratterizzata principalmente dal recupero della metafisica come base di ogni discorso razionale; il che sarebbe indigeribile ai piú se non si fosse nell’accademia meno accademica del mondo, dove la didattica filosofica è arricchita da excursi tra scienza e fantascienza, storia e mito, eros e phobos ecc. nonché da performance artistiche e momenti di laboratorio ludico, affettivo e teatrale. Grazie a ciò sempre piú persone di ogni età si uniscono in bella rete amicale, né maggiore successo Marco desiderava. Sulla ruota assiologica di sua invenzione si basa il primo corso o festival di filosofia palascianiana, De magna rota rerum humanarum (2010), cui seguiranno i via via piú enciclopedici e spettacolari De natura mundi (2011), Euristicon (2012), Arca Arcanorum (2013), Urna Maris barocca (2013), Encyclopædia Cœlestis (2014) e Le 77 meraviglie dell’Ottocento palascianiano (2015).
1815, 1891, 1968: Ferdinando Palasciano ha vissuto 76 anni e ½ e, per la gioia dei numerologi e degli astrologi, è 76 anni e ½ dopo la sua morte che nasce Marco Palasciano, anch’egli con il Sole nel segno dei Gemelli e in opposizione a Nettuno. La nascita del pro-pro-prozio Ferdinando è l’evento intorno al quale ruotano le Prove tecniche di romanzo storico con cui Marco nel 1995 giunge finalista, per la terza volta, al Premio di narrativa Italo Calvino. Lo stesso anno è tra i vincitori della Rassegna di poesia Laura Nobile, con la raccolta L’insectarium dei burattini, e si laurea in sceneggiatura e regia cinematografica e televisiva alla Libera Università del Cinema di Roma. Nel 1998 inscena il suo primo lavoro teatrale, Un Amleto di ritagli e di pezze, al primo Incontro Nazionale al Sud dei Teatri Invisibili. Nel 2002 tiene le prime lecturæ Dantis. Nel 2003 i primi concerti pianistici. Nel 2006 Lavieri pubblica le Prove come primo titolo italiano della collana Arno.
L’artista multidisciplinare ma indisciplinato matura intanto in filosofo eclettico e, sotto il marchio dell’Accademia Palasciania da lui fondata nel 1999, dieci anni dopo inizia a tenére, nei palazzi e giardini messi a disposizione da entusiasti e incoscienti mecenati, decine di lezioni gratuite e aperte a tutti sulla sua filosofia, caratterizzata principalmente dal recupero della metafisica come base di ogni discorso razionale; il che sarebbe indigeribile ai piú se non si fosse nell’accademia meno accademica del mondo, dove la didattica filosofica è arricchita da excursi tra scienza e fantascienza, storia e mito, eros e phobos ecc. nonché da performance artistiche e momenti di laboratorio ludico, affettivo e teatrale. Grazie a ciò sempre piú persone di ogni età si uniscono in bella rete amicale, né maggiore successo Marco desiderava. Sulla ruota assiologica di sua invenzione si basa il primo corso o festival di filosofia palascianiana, De magna rota rerum humanarum (2010), cui seguiranno i via via piú enciclopedici e spettacolari De natura mundi (2011), Euristicon (2012), Arca Arcanorum (2013), Urna Maris barocca (2013), Encyclopædia Cœlestis (2014) e Le 77 meraviglie dell’Ottocento palascianiano (2015).
sabato 16 maggio 2015
Nuove note in merito alle formiche sulla scrivania
Dopo il post del 2 maggio (che nessuno ha capito, e che tutti hanno criticato), ecco un aggiornamento, sotto forma di altri tre stati di Facebook. L'ultimo pure è stato già abbastanza frainteso, da chi (non conoscendo la mia filosofia) l'ha scambiato per un'antropocentrica e crudele presa in giro della povera formichina.
7 maggio
Tu guarda se devo ogni tanto fermare il lavoro per tenere alzata la tastiera del computer e lasciare passare le formiche col loro carico di briciole di biscottini! poi la gente non ci crede che sono un santo!
13 maggio
Vediamola dal lato positivo: le formiche mi tengono pulita la scrivania.
16 maggio
Sono sinceramente dispiaciuto ogni volta che per sbaglio schiaccio una povera formichina. Poco fa ho trovato un cadaverino sulla scrivania; devo esserci passato sopra inavvertitamente con un quaderno che spostavo. Ora qualcuno di voi utenti cinici e senza cuore dirà, di certo, che le formiche se la vanno a cercare, invadendo le umane scrivanie senza rispetto veruno per la proprietà privata. Ma che ne sanno loro, poverine, che questa è una scrivania, e che sopra ci si scrive, e che noi siamo privati, della natura? per loro questo è un incantato promontorio scuro e vetroso su cui cogliere deliziose scagliettine di biscotto cadute dal nulla. Ecco, ho raccolto la formichina con la punta della penna, le ho detto «Povera formichina» e scrollandola con un toc toc sull'angolo d'un ripiano l'ho lasciata cadersene lieve sul pavimento come una fogliolina raggricciata. Corpicino minuscolo, ma la sua anima è grande quanto le umane; stanno tutte nell'iperuranio, scendono qui a giocare e poi risalgono. Salutami me stesso e tutto il puro essere!
7 maggio
Tu guarda se devo ogni tanto fermare il lavoro per tenere alzata la tastiera del computer e lasciare passare le formiche col loro carico di briciole di biscottini! poi la gente non ci crede che sono un santo!
13 maggio
Vediamola dal lato positivo: le formiche mi tengono pulita la scrivania.
16 maggio
Sono sinceramente dispiaciuto ogni volta che per sbaglio schiaccio una povera formichina. Poco fa ho trovato un cadaverino sulla scrivania; devo esserci passato sopra inavvertitamente con un quaderno che spostavo. Ora qualcuno di voi utenti cinici e senza cuore dirà, di certo, che le formiche se la vanno a cercare, invadendo le umane scrivanie senza rispetto veruno per la proprietà privata. Ma che ne sanno loro, poverine, che questa è una scrivania, e che sopra ci si scrive, e che noi siamo privati, della natura? per loro questo è un incantato promontorio scuro e vetroso su cui cogliere deliziose scagliettine di biscotto cadute dal nulla. Ecco, ho raccolto la formichina con la punta della penna, le ho detto «Povera formichina» e scrollandola con un toc toc sull'angolo d'un ripiano l'ho lasciata cadersene lieve sul pavimento come una fogliolina raggricciata. Corpicino minuscolo, ma la sua anima è grande quanto le umane; stanno tutte nell'iperuranio, scendono qui a giocare e poi risalgono. Salutami me stesso e tutto il puro essere!
giovedì 7 maggio 2015
Per il 750° anniversario della nascita di Dante (e per il mio 47° compleanno)
Si torna in scena! in occasione del 750° anniversario della nascita di Dante, declamerò canti scelti della Divina Commedia.
La Lectura Dantis si terrà nella splendida chiesa dei Santi Rufo e Carponio (Capua, corso Gran Priorato di Malta), a cura dell'Accademia Palasciania e dell'Associazione Ferdinando Palasciano, alle ore 18.30 di sabato 23 maggio 2015.
L'evento sarà a ingresso gratuito; ma chi lo desidera potrà versare un obolo a piacere, ciascuno in base alle proprie possibilità.
Il fine dell'evento, infatti, è raccogliere fondi per sostenere le spese relative alle celebrazioni del 200° anniversario della nascita di Ferdinando Palasciano, il medico eroe capuano alle origini della Croce Rossa.
Quindi vi preghiamo di portare quante più persone possibile!
(Per i miei amici: poiché il 750° compleanno di Dante coincide con il mio 47°, per quest'anno non fatemi regali di compleanno ma, piuttosto, venite alla Lectura Dantis e contribuite alla raccolta fondi!)
Grazie alate.
La Lectura Dantis si terrà nella splendida chiesa dei Santi Rufo e Carponio (Capua, corso Gran Priorato di Malta), a cura dell'Accademia Palasciania e dell'Associazione Ferdinando Palasciano, alle ore 18.30 di sabato 23 maggio 2015.
L'evento sarà a ingresso gratuito; ma chi lo desidera potrà versare un obolo a piacere, ciascuno in base alle proprie possibilità.
Il fine dell'evento, infatti, è raccogliere fondi per sostenere le spese relative alle celebrazioni del 200° anniversario della nascita di Ferdinando Palasciano, il medico eroe capuano alle origini della Croce Rossa.
Quindi vi preghiamo di portare quante più persone possibile!
(Per i miei amici: poiché il 750° compleanno di Dante coincide con il mio 47°, per quest'anno non fatemi regali di compleanno ma, piuttosto, venite alla Lectura Dantis e contribuite alla raccolta fondi!)
Grazie alate.
Marco Palasciano nella chiesa dei Santi Rufo e Carponio, Capua. Fotomontaggio. |
domenica 3 maggio 2015
La rima «folle»/«estolle»
Possibile che nessuno si sia accorto di come in un celebre paio di versi della Ginestra il poeta pare echeggiare apposta sia il Tasso sia il Parini? vedi rima baciata «folle»/«estolle» in chiusa di frase, già nella Liberata (combattimento di Tancredi e Clorinda) e nell'ode La gratitudine; né trovo in rete alcun che annoti ciò.
Tasso:
Leopardi:
Tasso:
... ne gode e insuperbisce. Oh nostra folle
mente, ch'ogn'aura di fortuna estolle!
Parini:
... almo sapor, che a sé contrario il folle
secol non gusta, e pur con laudi estolle.
... che sé schernendo o gli altri, astuto o folle,
fin sopra gli astri il mortal grado estolle.
sabato 2 maggio 2015
Milano in fiamme e le formiche sulla scrivania
Le aspettavo; e sono tornate, oggi, le formiche. Sulla mia scrivania, intendo; a caccia di briciole di biscottini; e suppongo che ci zampetteranno da ora a fine estate, alcool o non alcool. Pazienza. Poc’anzi, anzi, ho buttato distrattamente, tornando dal cesso, il quaderno qui sopra, e subito dopo ho pensato: Ahimè, e se avessi schiacciato una povera formichina? con la sua scagliettina per fardello, che faticosa si trascina al nido?… Sono troppo buono, dolce e sensibile. Eppure, che pensieri aberranti ho avuti poche ora fa, innanzi al telegiornale! da inorridire, a udirli, e darmi del mostro, se uno non conoscesse il mio tenero cuore. Ecco, li ho appuntati sul quaderno di cui sopra:
Milano in fiamme. Ho visto ora, e sono sconvolto. Ma non nel senso che pensate voi. Certo, i vandali son bestie empie… ma l’energia esplosa, la coreografia degli scontri, la violenza spettacolare, le devastazioni e gli incendi, nel mio cuore avido di meraviglie suonano bellissimi, arrapanti, e nulla può la ragione: l’estetica della creazione e quella della distruzione sono perfettamente alla pari, cosí come alla direzione del tempo sono indifferenti le leggi della fisica. Bellissimo, in tale insensato senso, il disastro di Milano. Come un brigante sexy a mani sporche di sangue innocente, che ti guarda con occhi cattivi e celestiali, prima di… Che selvagge emozioni dà il Tg! E ora, brutti ontosi, lapidatemi.
Ma spero bene che il lettore di questo post, infine, conosca la differenza tra estetica ed etica.
Milano in fiamme. Ho visto ora, e sono sconvolto. Ma non nel senso che pensate voi. Certo, i vandali son bestie empie… ma l’energia esplosa, la coreografia degli scontri, la violenza spettacolare, le devastazioni e gli incendi, nel mio cuore avido di meraviglie suonano bellissimi, arrapanti, e nulla può la ragione: l’estetica della creazione e quella della distruzione sono perfettamente alla pari, cosí come alla direzione del tempo sono indifferenti le leggi della fisica. Bellissimo, in tale insensato senso, il disastro di Milano. Come un brigante sexy a mani sporche di sangue innocente, che ti guarda con occhi cattivi e celestiali, prima di… Che selvagge emozioni dà il Tg! E ora, brutti ontosi, lapidatemi.
Ma spero bene che il lettore di questo post, infine, conosca la differenza tra estetica ed etica.
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