sabato 23 aprile 2011

Anagrammi piú o meno oracolosi

M'è finora venuta una dozzina d'anagrammi della frase «Il blog di Marco Palasciano», tra i quali – e tra i futuri – avrei da scegliere il più adatto a far da sottotitolo del blog, se non mi parrà meglio usarli tutti. L'ultimo in ordine di creazione, intanto, è «La Sogin? crolla, cadi, piomba» (SOGIN = SOcietà Gestione Impianti Nucleari). Il che ci rimanda alla collezione di excerpta dal mio articolo del 1996 sulla centrale nucleare del Garigliano, di cui la Sogin è gestora, e il resto appresso. Ma or ecco i dodici anagrammi attuali:
Si’ l’imagin barocca d’Apollo.
La linda ombra psicologica.
Scogli: l’anima badi al corpo.
Proclamando i casi globali.
La Sogin? crolla, cadi, piomba.
In sbaglio, la colpa ci morda.
Mai l'odio: blocca lì, spranga.
Ladro scampi al boia col gin.
Al bar mangi coscia di pollo.
L'amor lo spinga a dolci baci.
Or scapigliamoci ballando.
O Big Clip! dal caos l’armonia.
Come i più apofenìaci avran notato, gli anagrammi sono ordinati in modo da comporre una sorta di scaletta da ludoracconto (sviluppabile nello spirito del Castello dei destini incrociati di Calvino, del rousseliano Locus Solus, e simili esempi di letteratura combinatoria). Ecco tale scaletta volta in prosa:

  • Si l’imagin barocca d’Apollo. Marco Palasciano è esortato [dalle Muse] a consacrare il suo spirito – pur conservando l'abito barocco – ad Apollo, ond'essere una sorta di suo vicario in terra.
  • La linda ombra psicologica. L'anima deve conservarsi linda, per poter degnamente figurare come un'ombra del dio.
  • Scogli: l’anima badi al corpo. E occorre che essa sappia tenere a bada il corpo, al fine di superare gli scogli che potrebbero trovarsi sulla rotta della «navicella del mio ingegno» (Dante, Pur. I 2; sulla diffusione del topos navale vedi E. R. Curtius, Letteratura europea e medioevo latino); scogli quali, appunto, possono essere i bisogni corporali, le passioni, e fin l'istinto di sopravvivenza. [Shakespeare rammentaci che «alte imprese e di grande momento, a cagione di questo, si disviano e perdono anche il nome dell'azione» (Amleto, III, I)].
  • Proclamando i casi globali. Occorre, ecco, concentrarsi – piuttosto che sull'egotico – sull'universale, proclamandone i casi [cioè trattandone nel presente blog].
  • La Sogin? crolla, cadi, piomba. [Ed ecco un esempio di ribasso particolare cui corrisponderebbe, nell'ottica d'Apollo e del suo umile sacerdote, un rialzo universale.] La Sogin sta per cadere. Il poeta se ne rallegra: cada, essa, cada pure [se è tanto colpevole].
  • In sbaglio, la colpa ci morda. Quando uno si rende conto che ha sbagliato, è giusto che sia morso dal sentimento di colpa.
  • Mai l'odio: blocca lì, spranga. Ma non è giusto, mai, che odiamo [colui che ha sbagliato]: l'odio va bloccato, va chiuso in una stanza il cui uscio va sprangato.
  • Ladro scampi al boia col gin. Perciò, [così come ci rattristerebbe – per esempio – se un folle occhi di bragia sterminasse quanti lavorarono per la Sogin,] deve rallegrarci se un ladro [pentito] scampa al boia grazie al gin [con cui il carcerato e i carcerieri hanno brindato, come ultimo desiderio del condannato a morte, e di cui i carcerieri si sono ubriacati, finendo con l'addormentarsi, permettendogli così la fuga].
  • Al bar mangi coscia di pollo. E deve rallegrarci che quell'evaso, recatosi in un bar, sazi la propria fame [di cibo che non sia sbobba, dopo tanto,] con una coscia di pollo.
  • L'amor lo spinga a dolci baci. E deve rallegrarci che quell'evaso sia spinto dall'amore a baciare dolcemente [qualcuno da cui il carcere l'aveva separato].
  • Or scapigliamoci ballando. Ora, [in quel bar,] infine, [sebbene questo possa apparire più dionisiaco che apollineo,] lasciamoci andare alla danza, che ci scompiglierà [caotica] i capelli.
  • O Big Clip! dal caos l’armonia. Ma dal caos può ben venire l'armonia, come c'insegna il Grande Videoclip [cioè l'universo].

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