lunedì 15 dicembre 2014

Una vergogna per l’Italia


Un tizio (che già scrisse «Marco Palasciano, sei una vergogna per l'Italia» e mi paragonò a un «mimo da circo di provincia») mi scrive:
È una vergogna! ma come cazzo si fa a leggere Leopardi così!? ma hai idea di chi è!? della sua tristezza cosmica e pneumatica senza appigli terreni!?!?!? ma cazzo! ma vai a leggere Tonio Cartonio all'Albero azzurro! ma pensa un po' che razza di mondo.
Gli rispondo:
È una vergogna! ma come cazzo si fa a rivolgersi a Palasciano così!? ma hai idea di chi sono!? tu e la tua tristezza comica coi pneumatici a terra che te la pigli e te la meni!?!?!? ma cazzo! ma vai a leggere un po' in Internet del mio conio eliconio così non ti inalberi come un buzzurro! ma pensa un po' che razza di mondo.

sabato 13 dicembre 2014

Quattro anniversari in otto giorni

Palasciano nel suo
annoso giubbino
color vinaccia.
Evoè! ieri è stato l’11° anniversario dell’adozione del coccodrillo Arturo, mascotte dell’Accademia Palasciania; tra sei giorni sarà il 30° anniversario della mia prima pagina di diario; oggi è il 29° anniversario del mio giubbino color vinaccia, che tuttora uso, talvolta, pur se in più punti lacero, da pezzente qual sono; inoltre è, pur oggi, il 10° anniversario della mia conoscenza dal vivo dell’amico d’altissimo amicarium Antimo; al quale volgo i più affettuosi e alati ossequi, quali non posso volgere al giubbino, così come ieri non potetti volgerli al coccodrillo, essendo sia il coccodrillo sia il giubbino inanimati oggetti, composti essenzialmente di pezza, cui tuttavia avrei potuto dare un abbraccio, sia pur non ricambiabile; abbraccio che do ora, sia pur virtuale, a te, Antimo gentile; dal quale mi separano distanza, odeporofobia e penuria d’autisti occasionali, nonché i tuoi e miei più o men gravosi impegni; ma al quale mi uniscono, come sempre mi uniranno, le più auree fra le sottili catene di quintessenza che, invisibili all’occhio materiale, corrono in filigrana l’universo.

domenica 30 novembre 2014

Testimonianza sui sovrapposti eventi casertani del 29 novembre 2014


    Bugiarde Sentinelle: quali 100? (aggiornamento: altrove dicono 120...) erano una quindicina, lì a via Mazzini, iersera, coi libri in mano; e i contromanifestanti erano almeno il triplo.
    Contromanifestanti chiassosi, certo, e un po' eccessivi col loro scandire «Fascisti carogne tornate nelle fogne»; non li giustifico, ma li comprendo: è difficile tollerare chi propugna discriminazione e falsi valori, e le Sentinelle ne propugnano senza ritegno.
    Mi spiace solo per quei poveri bambini messi in mezzo. Cosa avranno capito di tutto questo?

    (Antefatto: vedi qui.)

Tra le persone a contromanifestare chiassose NON ve n'erano dell'associazione lgbt Rain,
la quale se n'è stata serenamente a far volantinaggio intorno al suo gazebo a piazza Dante.

lunedì 10 novembre 2014

O sorbirsi «La ginestra» o saltar dalla finestra

Giovedì 13 novembre, ore 16.00, Casa delle Arti (Succivo, Corso Sicilia 31): O sorbirsi «La ginestra» o saltar dalla finestra, recital di Marco Palasciano su testi di Giacomo Leopardi. Ingresso libero.

sabato 25 ottobre 2014

Rebus

^_^ Grazioso, nevvero? l'ho creato io, or ora; ed è tanto facile a solversi, quanto volgare ne è la soluzione. Parce me, sum puer æternus.

Pentametri per il compleanno di un'amica poetessa

Auguri indicibili, estremi nel loro splendore,
così che già solo a pensarli s'acceca la mente,
né sa immaginare l'effetto che avrebbe il repente
esprimerli innanzi a colei che ispirò tanto amore.
O mondo! di te, non di lei, fermerebbesi il cuore!
o il mio, per vergogna d'indegno rimare insipiente.
 
http://palasciano.blogspot.it/2013/10/sonetto-sonante-sopra-le-righe-ancorche.html

lunedì 20 ottobre 2014

Mio odierno post di facebook

C'è una bella differenza tra (a) il nichilismo e (b) la postulazione dell'euristicità costitutiva dell'assiologia universale... Ma prova a spiegarlo ai materialisti, o ai fondamentalisti religiosi!

Autunno 2014: Palasciano dà una mano al Laboratorio teatrale San Giuseppe

Quest'autunno, come già vi dissi (vedi qui), non terrò uno stranovissimo laboratorio euristico di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia, né un corso di filosofia palascianiana e basta, giacché non dispongo di bastante tempo né energie per prepararlo e allestirlo come si dovrebbe. Tuttavia, da qui al solstizio, non starò certo colle mani in mano; né, onanisticamente, in grembo; o almeno non tutte le sere. Infatti, oltreché tenere eventi qua e là tipo la leopardata a Succivo del 13 novembre, sarò impegnato – pur senza troppo impegno – a collaborare col neonato Laboratorio teatrale San Giuseppe: vedi qui.
(No, brutti nichilisti ridanciani:  
non è un laboratorio parrocchiale,
anche se si tien dentro una parrocchia.)

domenica 19 ottobre 2014

Filastrocca cretina su un coccodrillo arrapato di prima mattina

Ed eccovi, di séguito, Filastrocca cretina su un coccodrillo arrapato di prima mattina, in otto strofe ABCBABCAC di quinari, dove si impara che il coccodrillo e gli altri arcosauri (a differenza di serpenti e lucertole) hanno un solo pene, non due (checché dica il professore matto che importuna il poeta):

Coccodrillo con in bocca un piviere egiziano che ne pulisce i denti.

A Castiglione
delle Stiviere
un coccodrillo
disse a un piviere:
«Non c
è ragione
di ritenere
ch’io meno arzillo
sia del leone:
saggia il birillo».

Rispose al rettile
l’uccel simbiotico:
«Becco non metto
sul tuo micotico
organo erettile
(ch’è, per erotico
sogno, già eretto)».
«Le zampe mettile,
almen». «No, è infetto».

Pianse e andò via
l’altro. Ma or certo
dirà il lettore:
«Mi dà sconcerto
questa poesia;
sono un esperto,
un professore
di biologia…»
«Oh, quale onore!»

«Mi corre, ebbene,
l’obbligo, qua,
di dir che il cocco-
drillo non ha
un solo pene
ma due, si sa,
poeta sciocco».
«M’apro le vene:
niuna ne imbrocco».

Piange il poeta,
come piangea
già il coccodrillo
per la sua rea
brama. Allor lieta
Ate, empia dea,
schiude il fetillo
e a lungo peta:
degno sigillo…

Ma a vol radente,
colpo di scena,
grida il piviere:
«Mi fate pena,
voi due! demente
è il prof; si svena
invan l’artiere.
Certo, il serpente
solito è avere

un par di cazzi;
idem i sauri;
ma le testuggini
e gli arcosauri
uno, ragazzi».
Ridono i lauri
al poeta; e i muggini
al prof, che ai pazzi
va, tutto ruggini.

A conclusione
(di quelle vere)
il coccodrí
disse al piviere:
«Qui a Castiglione
delle Stiviere
c’è un OPG…»
E il prof cialtrone
lí alfin finí.

mercoledì 8 ottobre 2014

«La ginestra»: una recita incompleta, ma di virtù repleta

Rarissimi, si sa, sono i video di mie performance. Questo qui sotto è il terzo nell'umana storia (dopo In un lago di sangue e di ingranaggi, qui, e A Silvia, qua) che sia mai stato pubblicato in Internet, nella fattispecie in YouTube.

Si tratta di La ginestra, che insieme con A Silvia ho letto presso il Casale di Teverolaccio il 20 settembre scorso, a gran finale del reading collettaneo che qui s'annunciava. Per l'occasione un valletto ha, via via, esibito cartelli ad introdurre le sette parti in cui il canto s'articola, con titoli da me inventati, questi:
I. Rovine
II. Il tradimento della ragione
III. Per una società fondata sul realismo
IV. Il cielo stellato
V. Formiche
VI. Vita presso un vulcano
VII. Elogio della vita vegetativa
Videte, audite, e buon divertimento (anche per i commenti del tizio che mi spregia, e altrove...)!, sebbene purtroppo la telecamera si sia mangiata tutto un pezzo (dalla fine della parte IV a metà della parte VI). Arrivederci, infine, al 14 novembre: terrò allora, in solitaria, un intero spettacolo dedicato a Leopardi, nuovamente a Succivo ma stavolta alla Casa delle Arti.


Aggiornamento: una nuova lettura de La ginestra ho tenuta nientemeno che a Villa delle Ginestre. Vedi qui.

martedì 7 ottobre 2014

Stress (dal diario di Facebook, 7 ottobre 2014)

Ieri mattina a causa dello stress ho passato letteralmente un brutto quarto d’ora, all’improvviso non riuscendo più a leggere né a scrivere a causa della microcircolazione cerebrale andata in tilt, da cui punti ciechi e distorsioni della vista e, a seguire, fosfeni spaventevoli a occhi chiusi, perfetta simulazione di sintomi del distacco della rètina. L’oculista mi ha detto che ho bisogno di riposo e tranquillità. Quindi ora non rompetemi i bali e fate i bravi!

Dal Gianni Schicchi di Puccini per la regia di Andreas
Homoki, Teatro degli Arcimboldi, Milano, 2004.
Nel pomeriggio, poi, mal di testa. Sommando i sintomi mattutini e pomeridiani, ho iniziato a sospettare, giacendo nel mio letto e viaggiando al contempo tra i più tetri e commoventi pensieri, l’incombere di qualche scompenso ineluttabile, in procinto di cancellarmi dal mondo dei viventi di lì a poche ore, senza riguardo per tutte le grandi mie opere incompiute e ancora da venire. Ne è seguito un drammatico sms in cui dicevo addio ai miei dieci amici più cari (elenco non coincidente con la top ten dell’Amicarium totale o annuale o mensile, se è a qualcuna di tali graduatorie che stavate pensando). Dopodiché mi sono addormentato, senza sapere se mi sarei risvegliato più.

Più tardi mi sono risvegliato e ho considerato (a parte l’ipotesi che tutto il quadro sintomatico faccia capo a una misera cervicalgia) che, infine, a qualcosa è servito credere di stare per morire: ho scoperto chi sono coloro a cui voglio bene di più. Mi dispiace per le centinaia d’altri amici a cui non ho inviato l’sms di cui sopra, tra cui tu che mi leggi e piangi di delusione, ma – ecco – potete consolarvi immaginando che, forse, siete nei primi venti.

La giornata di ieri – degna chiusa d’un mese di malesseri guasta-eventi – mi ha definitivamente convinto a non tenere, nei prossimi mesi, nessun nuovo laboratorio euristico di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia, né qualsivoglia altro laboratorio, corso ecc. dell’Accademia Palasciania, in 22 o 15 o 12 od 8 puntate che sia. Mi dispiace, ma la salute non me lo consente. Ogni volta, alla fine, mi sono ritrovato ridotto a uno straccio; figuriamoci adesso che già stracciato mi trovo prima ancora d’ogni inizio eventuale. Intanto potrete rileggervi i riassunti delle puntate precedenti. Ossequi alati.

sabato 4 ottobre 2014

«A Silvia» come non l'avete mai sentito

Rarissimi sono i video di mie performance. Questo qui sotto è il secondo nell'umana storia (dopo In un lago di sangue e di ingranaggi; vedi qui) che sia mai stato pubblicato in Internet, nella fattispecie in YouTube.

Si tratta di A Silvia, che insieme con La ginestra (di prossima pubblicazione sullo stesso canale) ho letto presso il Casale di Teverolaccio il 20 settembre scorso, a gran finale del reading collettaneo che qui s'annunciava.

Videte, audite, e buon divertimento. Arrivederci, infine, alle ore 16.00 del 13 novembre: terrò allora, in solitaria, un intero spettacolo dedicato a Leopardi, nuovamente a Succivo ma stavolta alla Casa delle Arti.

martedì 23 settembre 2014

La quarta edizione di «100 Thousand Poets for Change»

O settembre d'alta letteratura! dopo aver intervistato Antonio Moresco per il Festival dell'Erranza a Piedimonte Matese (12 settembre) e aver letto Leopardi e altro al Castello di Teverolaccio (20 settembre), mi tocca finalmente inaugurare in Capua (27 settembre) il XVII «anno accademico di nulla accademia» dell'Accademia Palasciania, inaugurazione concomitante con la quarta edizione di 100 Thousand Poets for Change nel casertano: Fiori da una terra avvelenata. Centomila poesie contro il biocidio. Almeno una sarà una poesia mia; ma aspettiamo soprattutto le vostre.

[Aggiornamento: vedi qui il resoconto della serata.]


martedì 16 settembre 2014

La prossima apparizione di Marco Palasciano sarà a una fagiolata poetica

:) Sabato 20 settembre darò lettura d'un paio di canti di Leopardi, e altro, nel meraviglioso Castello di Teverolaccio, in occasione del reading collettivo Con-versiamo insieme. Per saperne di più, cliccare sui fagioli:

http://palasciania.blogspot.com/2014/09/venti-settembre-tra-poesia-e-fagioli.html

sabato 13 settembre 2014

Un undici-per-undici per undici anni unici

E chissà che questa forma (ABB ACCD DEFE con assonanza fra E e F) non sia, nei prossimi secoli, praticata più del sonetto.


UNDICI ENDECASILLABI
PER L’UNDICESIMO ANNIVERSARIO 
DEL MIO INCONTRO
CON ANGELO E MARGOT 

13 settembre 2014 

Sempre cara mi fu Margot Tafuri, 
ed Angelo Maisto cui s’è unita, 
e Gegè che da loro ha avuto vita. 

Troppa luce per questi tempi oscuri 
è la somma dei loro alati pregi, 
cui dedicar dovrebber florilegi 
i migliori poeti all’universo. 

Io, che in miseria d’ogni cosa verso, 
inclusa ispirazion, tacer dovrei; 
ma (perdonate, e auguri a me e a voi!) 
ecco ormai scritti questi versi rei.

giovedì 4 settembre 2014

Piedimonte Matese, 12 settembre: con Moresco al Festival dell'Erranza

Moresco e Palasciano, Capua, 2009.
Annuncio meraviglioso: per la quarta volta nella mia vita avrò l'onore di presentare Antonio Moresco, probabilmente il massimo scrittore italiano vivente. Accadrà in occasione della II edizione del Festival dell'Erranza, La dimora e l'altrove; e precisamente nella seconda giornata, venerdì 12 settembre 2014, alle ore 17.30. Luogo: l'auditorio del Chiostro di San Domenico, in Piedimonte Matese (CE). Argomento dell'incontro: Scrivere e camminare. Ingresso libero.

sabato 2 agosto 2014

Che senso ha dire «l'omosessualità è contro natura»?

Nel gruppo di facebook Filosofi casertani moderni*, nato in opposizione al gruppo Filosofi casertani* (quest'ultimo dichiaratamente anti-illuminista), il gentile Nicola Legatore ha riportato un suo dialogo con un «filosofo casertano classico», svoltosi sulla bacheca del secondo gruppo:
— Ma perché questo vostro accanimento contro gli omosessuali? cosa c'entra con la filosofia?
— Quale argomento non appartiene alla filosofia, visto che questo tema rientra nell'etica?
— Non ha risposto alla mia domanda: il senso di essa non era «Perché parlarne?», bensì «Perché parlarne male?»; e mi stupisco che non si sia inteso.
— Nessun accanimento, sta di fatto che l'omosessualità è contro natura. Ma non basta un post per affrontare seriamente la questione.
Legatore domandava infine ai lettori del primo gruppo se valesse la pena controbattere all'ultima battuta. Gli ho risposto col serissimo post che qui segue, e che ho poi riportato direttamente al «filosofo casertano classico» suddetto (con qualche lieve modifica).


Una risposta impeccabile dovrebbe partire, ovviamente, dal considerare che la dicotomia naturale/innaturale è insensata, se vogliamo andare oltre la visione superficiale dell'uomo della strada (strada delle dòxai*).

(Un nido scavato da formiche è natura o tecnica? Ecc. Lo stesso nostro corpo è una macchina [come tutto ciò che appartiene al mondo materiale, mondo fondato su leggi meccaniche], pur se la sua realizzazione non è esattamente conseguenza di un progetto prefissato [vedi evoluzione della placenta nei primi mammiferi a causa del retrovirus HERV-W*: altro che telos divino e creazionismo biblico] ma di un gioco creativo euristico,
● in parte meccanico [vedi il Game of Life* di John Conway] e quindi “naturale” [se intendiamo per “naturale” tutto ciò che si crea senza una volontà creatrice]

● in parte volontario [vedi teoria centrale della metafisica palascianiana e simili: il mondo materiale {mondo di statuto ontologico inferiore a quello del cosiddetto iperuranio; ma qui il discorso si complica troppo: rimando alle mie lezioni*} come teatro immaginario allestito dalle anime per giocare a incarnarsi] e quindi “tecnico”.
Ecc.)

Ma, quand'anche volessimo semplificare la lectura mundi e forzarla a un discrimine tra naturale e innaturale, non si potrebbe mai sovrapporre a un tale bipolo il bipolo etico (bene/male), né in un senso né nell'altro. Cioè non si potrà mai dire categoricamente che il naturale sia bene e l'innaturale sia male, né che il naturale sia male (Leopardi) e l'innaturale sia bene. Difatti il bipolo naturale/innaturale e il bipolo etico sarebbero perpendicolari e formerebbero una matrice combinatoria a quattro settori (ecco altrettanti banali esempi:
● naturale + bene = piaceri dei sensi,
● naturale + male = pestilenze,
● innaturale + bene = occhiali,
● innaturale + male = strumenti di tortura).
Insomma, è completamente irrilevante se l'omosessualità sia naturale o innaturale, e nel suo argomentare in proposito il «filosofo casertano classico» di cui sopra è completamente in errore. A questo punto è legittimo ipotizzare che la sua avversione nei confronti dell'omosessualità non abbia una base razionale ma irrazionale. In ogni caso, sta di fatto che la frase «sta di fatto che l'omosessualità è contro natura», unita a «questo tema rientra nell'etica», risulta di una fallacia e di una povertà concettuale imperdonabili, tanto più se pronunciata da un filosofo.

sabato 19 luglio 2014

Valori

Status di facebook del 19 luglio 2014, ore 20.56
Oggi pomeriggio un momento indimenticabile: immediatamente dopo avermi ascoltato improvvisare, in casa sua, al pianoforte un brano particolarmente appassionato, Angelo Maisto mi ha voluto donare di cuore una sua opera (non una copia, l'originale) facente parte dell'Insectarium et Herbarium Maisti. Commosso e onorato, lo ringrazio anche qui pubblicamente, così che il mondo sappia come agisce un artista vero e puro.

La pagina dell'Insectarium et Herbarium Maisti donatami.

domenica 13 luglio 2014

N’at’un’ filastrocca di prima mattina, stavolta dell’altre un po’ meno cretina (12-13 luglio 2014)

Per comprendere appieno questa poesiola occorre aver presente la differenza tra anima e mente, quale spiegata durante i vari laboratori e corsi di filosofia palascianiana.



Io mi appello a quei pochi
la cui mente ha in sé luce
tal che un campo produce
di iridescenti fuochi.

Tra l’una e l’altra è un mare
atro di gente ’e mmerda
che è meglio che si perda
se io e id non sa accordare,

se le sue meglio cose
sono i cazzi e le fregne,
se idee non ha mai degne
di eternarsi radiose.

Porci ebbri, volpi scaltre,
lupi ad agnus tra i denti:
non mi rivolgo a menti
siffatte, ma a ben altre.

Voi che per cristallina
nóesis noscete il Fondo
della realtà, cui il mondo
hýleo è crosta velina.

Tradurre Ciò in parole
esatte non potete.
Nessuno può. Ma avete
questo raggio di sole:

siete inconscio-coscienti
che ha ciccia il solo pneuma,
l’atomo è un puro neuma
e tuttu u munnu è nenti

a petto dell’eterno
Pensiero che lo crea.
Non un dio, né una dea,
ma il nostro Sé più interno.

Piú grandi dentro siamo,
come un TARDIS, infatti.
A mo’ di tesseratti
l’hic e il nunc trascendiamo.

Se usate pensar ciò,
be’, la vostra episteme
non è delle piú sceme;
per sempre vi amerò.

Offro a voi la mia vita,
a quegli altri scorregge.
Rabbia piú amor mi regge,
pil voltaica infinita.

Ma ogni Anima, ad astrarla
dal gioco materiale,
si svela a ogni altra uguale.
Di chi mal pensa e parla,

finché sarò vivente
potrò dir peste e corna;
ma appena si ritorna
senza corpo né mente,

non ha piú senso alcuno
trattare di sé in termini
di angeli contro vèrmini,
l’Essere essendo uno.

Là, in noi ripristinata
l’onni- potenza e scienza
di cui si stava senza
durante la giocata,

tutto sarà iperchiaro
tanto a chi è or gente ’e niente
quanto a chi ci ha una mente
che splende come un faro.

No, questo non vuol dire
ca mò v’avite ’a accidere:
nun me facite ridere,
bestie gnurante nire!

martedì 8 luglio 2014

La mia ultima lezione-spettacolo del quinquennio; poi andrò in anno sabbatico


Mercoledì 9 luglio 2014
nel meraviglioso giardino di Villa Irene
(Pontelatone (CE), strada principale,
davanti al grande parcheggio gratuito; vedi foto)

l'Accademia Palasciania presenta il gran finale di
e di tutto il quinquennio di lezioni-spettacolo 2009-2014
con festa di chiusura del XVI anno accademico

Ingresso libero

Veduta satellitare di Pontelatone con evidenziata Villa Irene.

Programma

Per tutti:
● ore 18.45 accoglienza a Villa Irene (Pontelatone)
● ore 19.00 lezione-spettacolo n. 15, parte I
● ore 19.40 intervallo
● ore 19.50 lezione-spettacolo n. 15, parte II
● ore 20.30 consegna dei diplomi
● ore 20.40 giochi teatrali
● ore 21.30 cena (con buffet in stile «everybody brings something»: gradito un contributo a piacere in cibo o bevande)
● ... e la festa continua!

Per i diplomandi che necessitano della lezione di recupero:
● ore 17.55 adunata presso il Palascianeum (Capua)
● ore 18.00 partenza in auto
● ore 18.25 accoglienza a Villa Irene (Pontelatone)
● ore 18.30 lezione di recupero
● ore 18.45 intervallo
● dalle ore 19.00 in poi: vedi sopra

Nota bene: la lezione-spettacolo n. 15 è assolutamente godibile anche se vi siete perse le altre quattordici (senza contare le settanta dal 2009 al 2013).

giovedì 26 giugno 2014

Palasciano recita «La ginestra» a Villa delle Ginestre

:) Alle ore 19.00 di domenica 29 giugno 2014, io, Marco Palasciano, reciterò La ginestra di Giacomo Leopardi a Villa delle Ginestre (Torre del Greco), dove l'alto poeta la scrisse. Se siete leopardisti e/o palascianisti, non potete mancare; vi aspettiamo! E non ci sarò solo io, altri terranno altri interventi e recite... (Vedi qui.)

mercoledì 25 giugno 2014

Per gli amici di facebook nemici della vita

Status di facebook del 25 giugno 2014, ore 13.40  

Un classico senza tempo.
Quanta mi suscitano tristezza, e riso insieme, le menti epistemicamente regressive che vanno testimoniando orgogliosamente la loro ostilità radicale – senza un motivo degno del mio rispetto – a nozze e/o adozioni omosessuali, aborto, eutanasia e quant'altro di apparentemente empio venga in capo a quegli apparentemente pii di immergere in effigie nel calderone del proprio ametrope odio per la vita (sì, chi odia l'eutanasia odia la vita). Un odio figlio di semplice immaturità filosofica, e/o il cielo sa di quali complicati intrichi della selva della psiche.

In ogni caso io non smetterò mai di avversare costoro, sia pur serenamente, dall'alto della mia anima immacolata, repleta di mirifiche virtù, splendenti perlomeno per contrasto.

Un illuminante esempio
di «libertà di parola»
secondo alcune persone.
Per esempio mi stanno molto sul Kafka le cosiddette Sentinelle in piedi, le cui idee sono quelle che meno stanno in piedi. Di fatto è una bestemmia, come anche un bimbo intendere dovrebbe, il loro invocare il diritto di parola per pretendere di potere dire parole disumane. Meno male che spesso stanno zitti. E quanta ingenua ipocrisia nel loro dirsi contro la violenza, quanta oscenità nel loro definire la legge Scalfarotto e simili un tentativo «di distruggere l’uomo e la civiltà».

La vergogna dei posteri è già su essi, senza scampo, e su tutti gli omofobi, e i biofobi in generale. Se anche voi appartenete a un tale taxon, e siete tuttavia tanto onesti da ammetterlo, voi – miei amici di facebook – disamicatevi. Senza esitare oltre. O pentitevi.

Sono anche disposto, se volete, a fornirvi assistenza spirituale.

martedì 24 giugno 2014

Prologo e filastrocca squallidissima frutto dell’insonnia (24 giugno 2014)

Il prologo (in endecasillabi sciolti) doveva servire a chiarire la filastrocca (in quartine di senari), e invece ha seminato nuova oscurità: mi son scappati troppi paroloni, alcuni addirittura hapax inventati per l’occasione. Non mi resterebbe che aggiungere, a propròlogo, un glossario; ma l'accidia mi vieta ciò. Arrangiatevi.


Prologo

Destato all’alba da fattori ignoti
m’è occorso defecare dalla penna,
cosí tentando – invan – di riaddormirmi,
i seguenti dementi ottantaquattro
senari ben strofati in quartine ABBA
a formare tattà una «filastrocca
cretina» – al pari d’altre già – «di prima
mattina». È il disticomitiaco dialogo
(dove restutto vale resta tutto,
fessa vale vagina e ’un vale non)
fra un viandante e, toscofona pur essa,
una signora assisa in soglia a un vascio
dal qual provengono incessanti gemiti.
Si scopre, a mano a mano:

                                               – ch’Eteoclessa
(tale il nome della virago, inteso
dal viandante per inferenza: Etèocle,
al pari della pia sorella Antígone,
era figlio d’Edipo e di Giocasta…)
esercita il mestier del meretricio
per pagarsi le cure odontoiatriche;

– che il fratello superdotato, Antígono,
non è da meno d’essa in tali pratiche;

– che le lor zie son tre retrosibille,
specializzate in onomatopérete,
e la stessa Eteoclessa è proctoglotta;

– che la figliola sua, tuttora senza
nome nonché letteralmente infante
(vedi ínfans che significa in latino),
è irrumata dall’avolo Giocasto;

– e che il viandante ha il tergo sodomitico,
unica innocentezza in tal teatro
d’atro squallor che fugge lucentezza.


Filastrocca

«Cos’è quel rumore
continuo che s’ode?»
«Mia figlia che gode
facendo l’amore».

«Signora, sua figlia?
e lei ’un dice niente?»
«Lo fa co’ un parente:
restutto in famiglia».

«Parente? che cosa
sentire mi tocca!»
«Sí, il nonno. La bocca
l’ha sempre bavosa…»

«E lei si compiace,
signora, di ciò?»
«A di’ il vero no,
ma il cuore ho ormai in pace».

«Ma com’è possibil
che in pace lei l’abbia?»
«Dovrei provar rabbia?
dar ringhi, dar síbil?»

«Ringhiar, sibilare,
sí, e dare di matto».
«E invece mi gratto,
to’, il pelo vulvare».

«Si copra, la prego!
si copra, la imploro!»
«È sempre un lavoro,
è sempre un impiego…»

«Che cosa? dar mostra
dei suoi genitali?»
«Sa, ho carie dentali
per tutta la chiostra…»

«Lei quindi il dentista
lo paga esibendo…?»
«Sí. E inoltre ne vendo
non solo la vista».

«Posso anche toccarla
con questa mia mano?»
«Ma certo, e anche l’ano.
Ah, ho il culo che parla».

«Che strano spettàculo!
e fa profezie?»
«No, son le mie zie
che fanno l’oràculo».

«E cosa dicendo
van tali zie, e come?»
«A ogn’uom dànno un nome,
con peto tremendo».

«(Chissà che fetore!)
Dan nome a chi nasce?»
«Le vecchie bagasce?
sí, ed anche a chi muore».

«Che senso ha si cambi,
ahimè, il nome ai morti?»
«Dicevo gli aborti.
Non siam cosí strambi».

«E come s’appella
sua figlia, signora?»
«Un nome ’un l’ha ancora.
Né parla: sol fella».

«Ahimè, poverina!
e lei la dà in pasto…?»
«A nonno Giocasto,
sí, sera e mattina».

«Giocasto? lei dunque
si chiama Eteoclessa?…»
«Piacere. La fessa
la vuole, comunque?»

«No, grazie. Mi va
soltanto l’uccello».
«Allor mio fratello
Antígono avrà».

«E quanto si prende
per darmelo dietro?»
«Un cinto, ed un metro
di stoffa da tende».

«Per farci che cosa?
mi sfugge il motivo».
«Un preservativo:
la nerchia ha mostruosa».

«Ahimè, abbrividisco!
Fa nulla. Vo via».
«Ma no, caro, stia…
Bah, è andato. ’Un capisco».

giovedì 12 giugno 2014

lunedì 9 giugno 2014

XIV sonetto di compleanno per Sante

Ontéa infinito il tutto, il cronotopo*
più l'eterno, un nell'altro incastonato
(se «altro» può dirsi) come fiore in prato
od oasi nel deserto; e il prima e il dopo

solo in quest'oasi-fiore han senso e scopo,
nel resto non ha luogo né il passato
né il futuro né il luogo... e tu, adorato
Sante, in tal nave, come me, sei un topo,

sì, quanto a corpo e mente transeunti*;
pur, da ciò astratto, sei l'eterno stesso,
son, siamo, i verbi più non son sicuri...

Ma, messi un po' da parte tali assunti,
per il tuo compleanno umano adesso
concedimi di farti tanti auguri.


Nota

Il verbo «onteare», hapax* da me creato per l'occasione di questo sonetto d'occasione, vale «essere» ma con un senso di azione, continuità e aseità*

Somigliando a «roteare», gli è analogo per ariosità ed energeticità; ma si accenta diversamente, per attrazione dei verbi napoletani dall'infinito presente in «-ià» che alla terza persona singolare del presente indicativo desengono in «-éia», desinenza che io nell'italianizzarli soglio volgere in «-éa». 

D'alt(r)o canto, l'anomala accentazione del nuovo verbo serve anche ad assonare «ontéa» a «crea»: e in effetti «onteare» ha incluso in sé, scordavo d'elencarlo sopra, anche un senso di (auto)poìesis*.


Elenco di tutti i Sonetti di compleanno per Sante
I. «Tutte le stelle danzan sul tuo capo» (2003)
II. «Mio adorato, un altr'anno s'è posato» (2004)
III. «Non ho il tempo di scrivere un sonetto» (2005)
IV. «L'estate incombe, e incombe la delizia» (2006)
V. «Trent'anni. “Sono un vecchio barbagianni”» (2007)
VI. «Rinnovellatamente tanti auguri» (2008)
VII. «Avanza la vecchiaia come un treno» (2009)
VIII; IX; X. «Ogni nove di giugno nove dee» (2010)
XI. «Il tempo scorre, a men che sia nel giusto» (2011)
XII. «In ritardo bestial d'un mese e mezzo» (2012)
XIII «Come abbicata al limo sta la rana» (2013)
XIV. «Ontéa infinito il tutto, il cronotopo» (2014)

giovedì 5 giugno 2014

Souvenir dell'inaugurazione della targa sulla casa natale dello zio Ferdinando

Marco Palasciano presso la targa collocata a lato del portone della casa natale di Ferdinando Palasciano, e inaugurata pochi minuti prima di questo scatto, nell'àmbito delle celebrazioni per il 150° anniversario della fondazione della Croce Rossa Italiana. Capua, via San Michele a Corte, 5 giugno 2014. Foto di Adam Kabir Ibrahim.

martedì 3 giugno 2014

Capua, 5 giugno: Ferdinando Palasciano omaggiato d'un convegno e una targa

In questi giorni a Capua si terranno grandiose celebrazioni (vedi qui) per il centocinquantenario della Croce Rossa italiana. Tra l'altro, giovedì 5 giugno alle 17.00 si terrà all'Università (la SUN, in corso Gran Priorato di Malta) un convegno su Ferdinando Palasciano; e alle 19.00 si apporrà una targa presso la casa ov'egli nacque, in via San Michele a Corte.

lunedì 2 giugno 2014

Per ridiffondere la luce del sole

Status di facebook del 1° giugno 2014, ore 23.57 
Vedo che in rete circola un video con «immigrati» che sfasciano un'auto dei Carabinieri. E tanta brava gente a condividerlo, con commenti più o meno razzisti e fascisti. Ma non vi siete accorti che si vede sulla sinistra un microfono “giraffa” da riprese cinematografiche? io che ho fatto la scuola di cinema l'ho notato subito, ma dovrebbe essere evidente a chiunque abbia un minimo di spirito di osservazione. E c'è anche uno schermo bianco per ridiffondere la luce del sole. Ma poi, verso la fine, si vede addirittura una cinepresa! Si tratta insomma del set di un film, non è una scena reale. Finitela di diffondere fake come questo, che servono solo ad alimentare l'odio.

Dal video in questione.

domenica 1 giugno 2014

Un'aggiunta alla voce «Foshan» in Wikipedia

Con più di due anni e mezzo di ritardo, ho scoperto stanotte il più tragico documento video che mi sia mai capitato di contemplare, quanto a disumanità di umani su altri umani, considerata la sproporzione fra l'innocenza della vittima e l'indifferenza dei carnefici (valutando come tali sia gli attori, sia gli omissori); e, per catarsi, ho inserito in Wikipedia la relativa storia.

Il Buddha che contempla dal suo
monte la città di Foshan, nome
che vale «Monte del Buddha».
Foshan è stata resa tristemente famosa in tutto il mondo da un incidente occorso il 13 ottobre 2011, alle ore 17.26 locali[1], nei pressi di un mercato. Una bambina di due anni di nome Yueye, figlia di lavoratori migranti, fu investita e travolta da un suv bianco, che dopo aver sostato per qualche istante sopra di lei la scavalcò schiacciandola nuovamente, stavolta con una ruota posteriore, e riprese il tragitto. Yueye rimase lunghi minuti sull'asfalto in una pozza di sangue tra l'indifferenza totale dei pedoni di passaggio, nonché dei guidatori di altri veicoli, uno dei quali non ebbe ritegno a passarle a sua volta con le ruote sulle gambe. Il tutto fu documentato da una telecamera di sorveglianza; tramite Internet, in séguito, il video ebbe la più ampia diffusione, suscitando accese polemiche. La bambina fu ricoverata in terapia intensiva e si spense sette giorni dopo.[2]

1. Come risulta dal video di sorveglianza [...].
2. Cina: morta Yueye, bimba investita tra indifferenza generale, ANSA, 22 ottobre 2011.

sabato 17 maggio 2014

«La faccia sua era faccia d'uom giusto» (Inf. XVII 10)

In occasione del 17 maggio (Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia; in proposito, vedi qui) mi è parso giusto citare, come omaggio a papa Francesco, il 17° canto dell'Inferno di Dante, nel titolo del presente post; post che appartiene alla serie delle trascrizioni di miei stati di facebook: quanti di essi mi vada di «traslare», per particolare significatività o ludicità o beltà, «dal risonante pantarei di facebook al ristagnante pantano della blogsfera», come altrove dicevo; ond'ecco:


Status di facebook del 16 maggio 2014, ore 12.58

    Oooooooooooooooooooooh ma QUANTO è commovente il papa nelle foto in cui riceve la carezza di un ragazzo down.
    Quanto a me, mi commuoverò SOLTANTO quando ritratterà le orribili parole, Bergoglio, che scrisse nella sua (non abbastanza) famosa lettera del 22 giugno 2010 ai monasteri di Buenos Aires, tuttora grondante veleno.
    Leggetela e ditemi, quindi: dov'è veramente il Demonio?
Francesco Scaramuzza, Gerione.
«[...] Il popolo argentino dovrà affrontare nelle prossime settimane una situazione il cui esito può seriamente ferire la famiglia. Si tratta del disegno di legge che permetterà il matrimonio a persone dello stesso sesso. [...]. È in gioco il rifiuto totale della legge di Dio [...]. Qui [...] c’è l’invidia del Demonio [...]. Non siamo ingenui: questa non è semplicemente una lotta politica, ma è un tentativo di distruggere il disegno di Dio. Non è solo un disegno di legge (questo è solo lo strumento) ma è una mossa del padre della menzogna che cerca di confondere e d’ingannare i figli di Dio. [...] Oggi la Patria, in questa situazione, ha bisogno dell’assistenza speciale dello Spirito Santo che porti la luce della verità in mezzo alle tenebre dell’errore. [...] Per questo mi rivolgo a Voi [...]. Invocate il Signore affinché mandi il suo Spirito sui senatori che saranno impegnati a votare. [...] Questa guerra non è vostra, ma di Dio. [...]»

giovedì 15 maggio 2014

Poesiola fastidita

Conchita Wurst all'Eurofestival 2014.
Sono stati  i barbari tweet di Maurizio Gasparri su tale
vittoria a ispirare, per reazione, la poesiola qui sotto:
l'epigramma Sulla diffusa ignoranza in tema di
sessualità sciamanica e di metafisica parmenidea
.
Se non capite nulla di nulla della poesiola da nulla qui sotto, siete delle bestie ignoranti, ma potete sempre evolvervi in angeli sapienti, andandovi a studiare che diavolo sia uno sciamano, e quale sia la peculiarità degli sciamani in termini di identità sessuale, peculiarità che è la medesima di Conchita Wurst, e chi diavolo sia Parmenide, e in che senso egli consideri illusoria la realtà sensibile, ed eterno l'essere, e come contrapponga la via della verità alla via dell'opinione, e che diavolo significhi la locuzione cartesiana «res extensa», e che diavolo voglia dire la metafora del saggio che addita la luna e dello stolto che guarda il dito, e «pterio» scusatemi se non lo troverete in nessun dizionario ma è un neologismo mio che qui serviva per ragioni metriche e vale «alato», e la Dike citata è quella del poema parmenideo, ma anche la Dike salita al cielo a farsi costellazione della Vergine per allontanarsi dalla terra divenuta teatro di barbarie, e la O sbarrata è il simbolo del vuoto, e vedete anche un po' chi diavolo sono quelli che Nietzsche accusa di dire «no» alla vita, ecc., e infine potrete risorgere come fenici, se almeno sapete che diavolo sia una fenice.


SULLA DIFFUSA IGNORANZA
IN TEMA DI SESSUALITÀ SCIAMANICA
E DI METAFISICA PARMENIDEA

(EPIGRAMMA IN SEI COBLAS UNISSONANS
DI QUATTRO QUATERNARI)

Vuoi ch’io narri?
narrerò
di un’immensa
Via smarrita,

che ai tamarri
tacerò.
(Res extensa
«luna»? è dita!)

Sù, sui carri
pterii! go!
Dike, ascensa, a
sé ci invita.

Quei bizzarri
rei il cui «no»
è un’offensa
per la vita

li si sbarri
come un’O
ch’ira addensa
’n sé infinita...

(Di Gasparri
penso ciò
ch’egli pensa
di Conchita.)

martedì 29 aprile 2014

Poesiola paradossale (facebook, 29 aprile 2014)

Spiacevole che al mondo
esistano persone
che trovino spiacevole
che ne esistano altre;

vorrei che si uccidessero,
ma per amor di logica
poi dovrei anch'io uccidermi;
o disamar la logica,

e vivere, contento
del suicidio di massa
di quanti la cui vita
spingeva altri al suicidio.

sabato 26 aprile 2014

Il volantino delle prossime sei puntate di «Encyclopædia Cœlestis»

Il programma del laboratorio Encyclopædia Cœlestis è mutato: non più ventuno puntate, ma quindici; alle costellazioni zodiacali dovevano esserne dedicate dodici, invece saranno sei, una ogni due settimane, con da una a tre costellazioni per puntata (si comincia con Pesci e Capricorno). Questo perché il tempo non mi bastava più. Ora potrò dedicarmi anche alla preparazione di ciò che si conviene per il bicentenario della nascita del Dottore, nonché a dilungare qualche salutifera passeggiata tra l'un servizio e l'altro e, in generale, a vivere. Non so com'io abbia fatto, fino adesso, a reggere il ritmo d'una puntata alla settimana da allestire, riguardando agli anni e mesi passati. Le ultime nove erano dedicate alle Muse: saranno state loro a sostenermi; e son lieto d'averle sì onorate, postrèmo sforzo di mia giovinezza, della quale l'ultima verde goccia è in via d'evaporare.

giovedì 17 aprile 2014

Lessi nel 1985, per prima cosa, la storia della candida Eréndira

Status di facebook del 17 aprile 2014, ore 23.28
Ho appena saputo della morte di uno dei più grandi scrittori del mondo, cui debbo molto della mia formazione. Colgo l'occasione per precisare che Gabriel è il nome, García il cognome paterno, Márquez il cognome materno. Se non avete mai letto Cent'anni di solitudine, siete dei poveracci. Se avete letto quello e anche L'autunno del patriarca, vi abbraccio come fratelli. Amen.

mercoledì 2 aprile 2014

Pesci d'aprile del 2014

Ecco tutti i miei Pesci via sms del 1° aprile 2014, in ordine cronologico. Sostituisco qui i nomi delle persone, dei palazzi e delle librerie con lettere asteriscate. Il n. 1 si interrompe apposta su «vad». Del n. 2 ho inviato cinque versioni diverse a seconda dei destinatari: con «Capua», con «Santa Maria Capua Vetere», con «Caserta», con «l’aversano», con «Napoli». Il «vialone» citato nel n. 7 è viale Carlo III di Borbone a Caserta, notorio luogo di prostituzione. Se vi piacciono questi Pesci, infine, vedete pure il post Pesci d'aprile del 2012.


1. IL BAMBINO RAPITO
Cari amici purtroppo la felicità di M* che ieri si è laureata è stata di breve durata, stamattina è successa una cosa terribile, accompagnava a scuola G* e se lo è visto portar via da due uomini mascherati su una moto che l'hanno strappato dalle sue braccia. Mi ha ora chiamato urlante e piangente, nessuna richiesta di riscatto ancora, il bambino potrebbe essere ovunque in Campania, se avete qualsiasi notizia utile contattatemi, grazie. Intanto vad

2. I PRETI FINTI
Attenzione, girano per Capua preti finti che con la scusa della benedizione pasquale entrano in casa, narcotizzano le persone e rubano tutto, passa parola

3. SANGUE
Appello urgente! serve sangue di qualsiasi gruppo: recatevi a Caserta alla Avis di via Mercato Ittico e dite che è una donazione per mio zio Vlad che deve tenere un festino per i suoi amici vampiri ma ha finito improvvisamente le riserve ematiche per una falla nell'orcio in cantina, roso dai topi. Grazie

4. LA RINGHIERA DIVELTA
Ahimè non posso muovermi, ho una gamba ingessata, sono caduto dal balcone di una mia amica (per fortuna sta al primo piano) perché la ringhiera si è divelta!

5. INCENDIO
Hai saputo?? è andato a fuoco Palazzo L*!! pare siano stati i russi…

6. TOPI MORTI
Hai saputo? la libreria S* è stata chiusa dai NAS, hanno trovato un topo morto tra le bibbie!

7. REDENZIONE FALLITA
Carissimi, mi dispiace della tristissima notizia che sto per darvi, io per primo ne sono affranto e distrutto. Purtroppo A* è stato picchiato a morte da una prostituta che stava cercando di redimere sul vialone, le esequie si terranno domani alle 13.00 presso la chiesa del Redentore. Baci disperati.

mercoledì 26 marzo 2014

Corruzione automatica

Numi! per tutto il web si legge che Moscòpulo fu autore della... «Epurlluara»! Questo titolo impossibile non è altro, ho dedotto, che la corruzione automatica (sic) di «Ἐρωτήματα» (Erotèmata) da parte d'uno scanner, lasciata tal quale da ignoti sciattoni. Ma ci rendiamo conto? Ora ho corretto Wikipedia (alla voce su Massimo Plànude); ma resta nel resto del mondo l'errore, l'orrore.

domenica 9 marzo 2014

A proposito di «superamento del corporeo grazie al corporeo stesso»

Ecco qui (sconsigliato a chi non ama né l'astratto né il nudo integrale) il video di una registrazione completa di Still standing you di Pieter Ampe e Guilherme Garrido, produzione belga-portoghese, suggestivo spettacolo di danza contemporanea o teatro-danza tutto giocato sull'interazione dei corpi, più o meno in lotta libera, in una comica e poetica sintesi dell'universo delle relazioni umane: http://etheatre.altervista.org/videos/short-theatre-7-west-end-still-standing/


Prima di guardare il video (o anziché guardarlo) potete leggere qui una recensione dello spettacolo: http://nucleoartzine.com/still-standing-you-short-theatre-7/

La filosofia alla base di simili spettacoli sarà fra gli argomenti che avrò da trattare questa domenica sera nella puntata n. 4 del laboratorio Encyclopædia Cœlestis, dedicata a Tersicore, musa della danza. Anche se «di danza, in questo incontro, non si parlerà quasi per nulla», come ne recita l'annuncio. «Gli argomenti spazieranno dall'armonia dell'evoluzione dei corpi fisici nello spaziotempo al senso ultimo dell'essere, passando per la magia dionisiaca e il superamento del corporeo grazie al corporeo stesso. Punto di svolta: il denudamento dai nostri abiti mentali».