Mi giunge voce che lo Palasciano
– per troppi versi un genio,
indi per sua natura un incompreso –
minaccia lo supremo sacrificio
se le sue prolusioni van deserte.
Orsú, Caserta cólta,
lèvati dai tuoi ozi e vagli incontro,
ché De natura mundi è il suo sudore,
la tempra dei suoi nervi e del suo ingegno.
Vorresti maï tu pagargli in pegno
lo scrupol d’un’assenza indifferente?
Silvia Tessitore. |
Grato e onorato, ho ratto commentato:
Son qui già pronto con la corda al collo,
la Tessitor non mente; alta è la trave,
tremante lo sgabello, ahi genti prave
che non faceste lo sperato affollo!
Ma ancor si può mutare protocollo,
nel senso opposto può girar la chiave,
in dolce canto volger l’urlo grave,
chi muor d’inedia vivere satollo.
Sorreggimi, o Caserta! Nulla vendo,
tutto è gratis; né sai che perdi, bada!
Perciò non fare come chi vedendo
pencolare un macigno lascia cada,
per strafottenza, e ch’esso con orrendo
fracasso scassi sé nonché la strada.
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