A chi, letto il programma di De natura mundi, gentile oggi diceva «Non capisco: è filosofia o comicità o ambedue?», ho risposto – e qui, ché mi par utile, riporto – improvvisando lesto questo testo.
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Se ella ha presente la divina Commedia, non ho da farle altri esempi per spiegare la natura di De natura mundi: la filosofia deve toccare tutti gli argomenti, si sa, dai più alti ai più bassi. E destino di questi ultimi, tra l’altro, è essere oggetto d’ironia, più o meno feroce: ond’ecco la «comicità» che giustamente ella notava – in particolare quando ci si riferisca , per es.,
● alla «poesia mediocre» da cui «Apollo» deve salvarci, e in generale ai cattivi scrittori nonché attori («Te lo do io il laboratorio…»);Per il resto vi sono cose altissime, dove l’ironia diminuisce e aumenta la poesia, e nelle quali metto tutto me stesso. C’è tutto il mio sistema di valori, maturato in una vita; ci sono i miei sforzi nelle arti, e sanno gli spettatori quanto non sono vani, né merdosi; c’è la meravigliosa sinergia di classicismo e futurismo; c’è l’enciclopedismo, la maieutica, l’amore universale non per dire; c’è il superamento, non l’esorcismo, del timore della morte; c’è il più sano divertimento; c’è anche la restituzione (se a qualcuno interessi) di “Cristo” alla sua umanità, indizio chiave il teatro; c’è la confisca al cristianesimo d’ogni pretesa di primato amoroso-messaggistico, considerata la natura fondamentalmente buona della nostra specie – ultimi studi** docent –, altro che macchie di peccato originale da stinger col battesimo; c’è la forma più sana d’antropocentrismo, premessa necessaria allo sviluppo del «nuovo Rinascimento» o quel che sia (e Astrea è già tornata, l’han colta gli astronauti dell’Apollo, sta solo aspettando in un appartamentino l’ora d’andare alla gran festa); c’è tutto quello in cui credo, e che volgo in pratica quotidianamente; c’è il mondo, insomma, visto attraverso gli occhi di un genio: genio, per giunta, d’umiltà immensa. Che può di più volersi? è pure gratis. :D
● o al(l’a me ormai invisissimo*) postmodernismo, massime quello dei nichilisti e dei dissacratori alla cieca, i cui discorsi sono spesso purissima aria fritta (vedi l’esperimento di Alan Sokal del 1996...), da me qui scimmiottata già tramite un titolo come Dall’estetica trascendentale all’anestetica trash-and-antani: mio Dior, come sono caduta in vascio!;
● o a Radio Maria, e al paraocchismo religioso tutto.
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* Di antipostmodernismo pure tratta un recente articolo dell'amico e sodal Daniele Ventre: La miseria della postfilosofia.
** Vedi per es. Robert Frank, Passions Within Reason: Tre Strategic Role of the Emotions, W.W. Norton, New York, 1991 (cit. a pag. 121 di Mark Buchanan, L'atomo sociale. Il comportamento umano e le leggi della fisica, trad. Massimo Parizzi, Mondadori, Milano, 2008).
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