giovedì 29 settembre 2011

De natura mundi. L'interpretazione del mondo in ottanta giorni

P. in S'i' fossi poeta cangerei 'l
mondo
. Foto di Domenico Frattini.
Santi Numi! Savi Lumi! Non ho fatto manco in tempo a scribacchiar su uno straccio il resoconto dell'evento di sabato scorso, S'i' fossi poeta cangerei 'l mondo, né ad adunare tutte le schede dei poeti coinvolti e pubblicarle nel sito di 100 Thousand Poets for Change... e già incombe una nuova e più ambiziosa, più vertiginosa impresa. Non pago d'aver tenuto lo scorso stressant'anno otto lezioni-spettacolo a Palazzo Fazio (vedi qui), per l'autunno 2011 mi trovo costretto dai pungoli d'Apollo, dai canti sireneschi delle Muse e dalle occhiatacce della strige sull'omero d'Atena a risalir sul palco per nuove piroette filosofiche; e non soltanto là a Palazzo Fazio, ma stavolta pure a Palazzo Lanza. Ben dodici saranno le puntate, sei di qua e sei di là, a rimbalzo. Questo il titolo del seminario, o polilogia sofodrammatica, o quel che sia: De natura mundi. L'interpretazione del mondo in 80 giorni.

P. in La Grande Ruota delle Umane
Cose
. Foto di Matteo Mastantuoni.
Si parte infatti per questo «viaggio straordinario [...] attraverso la visione del mondo caratteristica dell’incipiente Nuovo Rinascimento», come qui scrive l'Accademia Palasciania sua organizzatrice (in collaborazione con Associazione culturale Architempo, Cooperativa culturale Capuanova, Libreria Guida Capua e Librerie Uthòpia), già domenica 2 ottobre, per proseguire fino a lunedì 19 dicembre; anzi martedì 20, giacché la puntata finale sforerà la mezzanotte («fra brindisi e peana») apposta per «toccare l’ottantesimo giorno e cosí giustificare il sottotitolo» L'interpretazione del mondo in ottanta giorni, a gloria di Jules Verne e della ludolinguistica ircocervide. Quanto a De natura mundi, mi girava per il capo forse da venti se non trenta anni, come titolo ideale d'una mia futura summa filosofica: ne prendano nota i filologi palascianisti, per quando i miei trattati saran postumi, e ahimè incompiuti come tutto il resto.

Il materiale delle prime due lezioni, propedeutiche alle dieci nuove, sarà lo stesso di De Magna Rota Rerum Humanarum: la sistemazione delle pratiche e dei valori umani nella Ruota palascianiana, lezione tenuta lo scorso 27 aprile al liceo Giannone di Caserta (qui l'annuncio, qui il poi), la cui mole di tre ore sarà ora divisa in due parti di un'ora e mezza. La prima andrà in scena a Palazzo Lanza alle 21.30 di domenica 2 ottobre, la seconda a Palazzo Fazio lunedí 10 ottobre alla stessa ora.

giovedì 22 settembre 2011

Nel decimo anniversario della prima idea della Ruota palascianiana


Ricorre oggi, 22 settembre 2011, non solo il compleanno d'una Rosa rosarum a me cara (qui e qui dei vecchi versi genetliaci per lei da me composti; ahimè, mò con l'evento di posdomani da parare non ho avuto né la testa né il tempo per un sonettaccio nuovo [aggiornamento: cliccate qui!]), ma anche il decimo anniversario della formulazione della prima versione della Ruota palascianiana. Come riporta la Palascianopedia, quella «prima idea, rozzamente storicistica», si trova documentata nel mio diario del 22 settembre 2001.

Questo l'incipit dell'annotazione: «La tavola cromatica zodiacale mi ispira a un tratto potentemente una correlazione precisa tra il susseguirsi ciclico dei colori e la ciclicità della storia». Colori la cui ruota, successivamente, non avrà più alcuna corrispondenza univoca con la Ruota palascianiana; puro arbitrio ornamentale saranno quelli da me usati per l'acrilico su tela del 2010 che la illustra, e che potete vedere nella foto qui sopra.

La Ruota palascianiana ha subìto negli anni, infatti, una complessa evoluzione, sia formale sia di significati, che dalla primitiva articolazione in dodici settori l'ha portata infine agli attuali sedici, passando per la tenace versione a otto.

Della mia speculazione intorno a un tale «giocattolo» filosofico, ho cominciato l'autunno scorso a divulgare i risultati provvisori nel corso di apposite pubbliche conferenze, a partire dal ciclo di otto «lezioni-spettacolo» di La Grande Ruota delle Umane Cose (De Magna Rota Rerum Humanarum), che ha consacrato la Ruota palascianiana come la struttura base intorno alla quale ho da sistematizzare la mia filosofia.

Ed ecco i link alle cinque voci che attualmente la Palascianopedia dedica alla Ruota e alle opere ed eventi a essa collegati, se qualche cosa in più v'interessa saperne:
Ruota palascianiana
prima idea della Ruota palascianiana
evoluzione della Ruota palascianiana
Paradigmo ovvero Hypnerotomachia Palasciani
I dieci mondi dell'umano spirito
La Grande Ruota delle Umane Cose (De Magna Rota Rerum Humanarum)

martedì 20 settembre 2011

S'i' fossi poeta cangerei 'l mondo. Una serata tra poesia e utopia

Torno in scena. Sabato 24, nel bel cortile di Palazzo Lanza. L'evento, il cui sottotitolo è (e ho detto tutto) Una serata tra poesia e utopia, è intitolato S'i' fossi poeta cangerei 'l mondo, con ovvio riferimento ai poets for change (qui il sito) e, contemporaneamente, al celeberrimo dei sonetti di Cecco Angiolieri, «S'i' fosse foco arderei 'l mondo».
(S'è vòlto il trecentoso «fosse» in «fossi»
per ridur la vertigine ermeneutica
dell'occhiator di manifesti medio.)
Torno in scena. E con me Luca Iavarone, col quale nel 2008-2009 cocondussi (sic) Siamo tutti poeti laureati, storico e meraviglioso live show di Radio di Massa, del quale troverete qui i link a tutte le registrazioni disponibili.

Torniamo in scena. E con noi Daniele Ventre, onusto dei trionfi di sua Iliade (vedi qui e qui), e altri amici ancóra; vedi locandina qui sotto (cliccare per ingrandire).
Poi vi racconteremo,
s'ea andrà, come fia andata.
Aggiornamento: le location son poi cresciute
a circa settecento.

sabato 17 settembre 2011

Mi pilota oscura fantasia

E così, l'altra sera sono stato a casa d'Angelo e Margot (li conoscete? lui potete vederlo qui), la mia miglior coppia d'amici nel secolo presente, per una cenetta intima a celebrazione dell'ottavo anniversario del giorno che ci conoscemmo.

Questa che segue è la poesietta da me scritta per l'occasione, e declamata a tavola, com'usano a Natale i bimbi robot. Lo stile è naïf (e infine fuorviantissima – quanto a indizi presumibilmente identikitativi [sic] d'una mia Weltanschauung – l'ammiccata alla mistica di Lisieux), né è certamente roba da eternarsi nel canone palascianesco, essendosi composta tanto per divertirci e ciò in privato; ma per sfizio la pubblico lo stesso, sia pur solo nel blog.

Quel ch'è sfizioso è il giuoco che n'è a base: comporre otto ottave d'ottonari a commemorare il compimento d'un ottennio.

(Quanto al titolo del post, Mi pilota oscura fantasia, non è altro che un anagramma dei nostri tre cognomi messi insieme.) 


AL MAISTO E ALLA TAFURI
NELL’OTTAVO ANNIVERSARIO
DELL’INCONTRO STRAORDINARIO
DEI TRE NOSTRI CUORI PURI
Te, mio caro, e te, mia cara,
fin dal primo giorno amai;
né pur steso nella bara
io potrò scordarvi mai.
Se ogni nave che si vara
ha il suo team di marinai,
    noi siam quelli del vascello
    d’amistà piú puro e bello.

Quand’è stato il primo giorno?
si era nel duemila e tre;
ci splendéa settembre intorno;
era il tredici. E dov’è
ch’eravamo? il mio soggiorno.
E chi è stato che da me
    vi ha portati? lo zio Nanni.
    Son passati già otto anni.

Tutto nacque da un poemetto
che Margot gli vide in mano.
Nanni alzò un sospir dal petto:
«Quant’è un genio il Palasciano!».
A Margot disse Angioletto:
«Che sarà quel libro strano?».
    E lei disse, a farla breve:
    «Wow! conoscer ci si deve».

Poi, venendo a casa mia
con tre altri di cui taccio,
litigaste per la via
per non so quale fattaccio;
e tra ’l mio Angelo e la mia
Margottina scese il ghiaccio.
    Lei s’attarda con quei tre,
    Nanni e lui son già da me.

Quando gli altri giungon poscia,
v’è tra lor – to’! – un cuor d’amianto
già a me noto (e, sulla coscia
la chitarra, si dié al canto);
gioia, poca, e molta angoscia
ne avrei avute un dí. Ma, intanto,
    ciò che importa è che arrivò
    finalmente anche Margot.

E fu pace. Ancor studenti
eravate, io non ancora.
Vivevate dai parenti;
fui lí e là, il dí appresso, e allora
vidi l’opere eccellenti
d’Angioletto in sua dimora
    dopo aver sonato un po’
    dalla mamma di Margot.

Sí: lo stesso pianoforte
ch’ora in questa casa è!,
dove già con cinque torte
festeggiato abbiam Gegè;
e la sesta è ormai alle porte.
Chi è miglior papà di te,
    Angel caro? Chi è piú brava
    di Margot a esser mamma e schiava?

Schiava sí, però d’amore,
come ognuno esser dovrebbe.
Oh, sa Iddio se nel mio cuore
c’è piú amor di quanto n’ebbe
per Gesú nostro Signore
suor Teresa! eppure crebbe
    alto appena, il mio, ai ginocchi
    dell’amor nei vostri occhi.

13 settembre 2011

Una pagina del «poemetto» da cui «tutto nacque».